Cronaca

L’Anpi s’infuria per una foto di Benito Mussolini - Seconda parte

La nota del Presidente dell’Anpi viene poi trasmessa al prefetto di Messina, al sindaco di San Fratello ed al procuratore di Patti, continuando così ad alimentare una polemica rivelatasi tuttavia alquanto sterile sin dal principio. Per concludere il teatrino inscenato all’insegna del politicamente corretto (e per non farsi mancare davvero nulla) arriva la richiesta (di un esponente politico) di immediata rimozione della targa, in quanto l’affissione è ritenuta inopportuna e penalmente perseguibile.

Dal canto suo, il primo cittadino di San Fratello, dott. Salvatore Sidoti Pinto, tiene a precisare che la targa in questione “è stata apposta nel monumento celebrativo l’8 gennaio scorso” (e non nelle ore immediatamente precedenti il giorno del ricordo delle vittime della Shoah come erroneamente divulgato al fine di conferire ancora maggior enfasi alla vicenda), e si limita a rievocare quel preciso momento storico che ritrae la visita di quello che era (che possa piacere o meno) l’allora Capo del Governo. “Io non voglio che ciò possa far nascere delle polemiche che non fanno parte della mia storia sociale, politica e culturale”, prosegue il sindaco, il cui percorso umano e politico (quarantennale), ad onor del vero, è (ed è sempre stato) lontano anni luce da qualsivoglia nostalgia del ventennio.

Un maldestro (ed ingiustificato) tentativo di censura, insomma, probabilmente orchestrato al fine esclusivo di strumentalizzare una vicenda che davvero nulla ha a che vedere con l’apologia al fascismo. La storia è storia, e (per quanto si possa essere tutti concordi nel prendere le dovute distanze dalla triste esperienza fascista) non può e non deve essere cancellata.

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