8 settembre. È l’inizio della crisi dell’identità nazionale. Il fascismo aveva sino ad allora tenuto perché in esso si identificava lo spirito della nazione. Dal 1943 al 1945 si scontrano due diverse idee: quella nazionalfascista e quella orientata in senso democratico. La guerra si trasforma in guerra civile. Nasce il mito della resistenza antifascista come rivoluzione sociale, e con esso finisce il mito della nazione.
L’Italia non è più una nazione, ma divisa in due parti incapaci di rappresentare il tutto. Alla fine non esiste più la nazione ma l’antifascismo. Il fatto è che l’antifascismo non è riuscito a ricostruire l’idea di una nuova nazione. E così le divisioni sono rimaste. Lo vediamo ancora oggi. Soltanto l’abbandono definitivo dell’antifascismo come principio ispiratore potrebbe dar vita al recupero dell’idea di nazione, con tutto ciò che questo comporta.
Tutto questo esigerebbe ovviamente dibattito, discussione pubblica, fare insomma cultura politica, ma proprio questo manca da tempo nel nostro paese. Fatti recenti lo confermano.
Paolo Becchi, 8 settembre 2024
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