Chissà perché alcuni giornali – cartacei e online – hanno deciso di dedicare la loro esistenza a raccontar cose palesemente non vere. Cosa ci guadagnano a perdere la faccia è per me un mistero. Fatemi condividere l’ultima che mi hanno segnalato. Come sapete il Ministro Matteo Salvini e il governo di cui fa parte sono determinati ad avviare i lavori del Ponte sullo Stretto di Messina, la cui assenza comporta un inutile inquinamento oltre che un danno economico.
Purtroppo in prima fila a mettere i bastoni fra le ruote di questa opera è il variegato verdume ambientalista che ha dimostrato in molte occasioni di non capire un piffero né di ambiente e men che meno di economia. Anzi direi che l’unica economia che capiscono è quella che porta denaro nelle loro casse. Comunque sia, in proposito il governo ha nominato un Comitato tecnico-scientifico (Cts), tutto costituito da professionisti (ingegneri e geologi) che, a leggere il curriculum, sono di prim’ordine. Sono otto, un buon numero perché il Cts possa lavorare (in queste occasioni, il troppo stroppia). Uno di questi è il professor Alberto Prestininzi – già coinvolto nel passato sullo stesso tema – che ha anche accettato il compito di coordinare il drappello. Il professore è stato Ordinario di Geologia Applicata alla Sapienza, ed è fondatore e direttore del «Centro di ricerca, previsione, prevenzione e controllo dei rischi geologici e ambientali» (Ceri), autore delle «Linee guida per la manutenzione delle infrastrutture e del territorio» e, per evitare una lunga lista di curriculum concludo dicendo che lo scorso anno è stato insignito del Premio internazionale “Aurelio Peccei”, per la corretta informazione su temi ambientali.
Apriti cielo! L’armata rosso-verde s’è sùbito attivata contro il professore. Perché mai? – vi chiederete. Ecco qua perché mai. La Stampa titola così le proprie lamentele: «Il negazionista dello Stretto. A capo del Cts del Ponte Alberto Prestininzi sostenitore di tesi antiscientifiche (“Il cambiamento climatico non esiste”)». E oltre l’articolo (firmato da tale Serena Riformato) comincia informando che il professore «ha firmato un manifesto chiamato “Dichiarazione mondiale sul clima” contenente un’unica rivendicazione: “Il cambiamento climatico non esiste”».
Orbene, io non so se La Stampa mente sapendo di mentire o se scrive cose a caso. Innanzitutto, perché Il professore – che conosco bene e di cui ho seguito molte conferenze – ha sempre affermato esattamente il contrario delle parole che il quotidiano torinese gli mette in bocca, e cioè che «il cambiamento climatico è una costante nella Storia del nostro pianeta», o anche «il cambiamento climatico c’è sempre stato». Il manifesto citato lo conosco ancora meglio, visto che ho contribuito a scriverlo. Intanto, esso non contiene «un’unica rivendicazione»: non voglio dirvi quali sono le altre perché sennò la facciamo lunga, e potete leggere il manifesto collegandovi al link clintel.org. In secondo luogo, quella citata («Il cambiamento climatico non esiste») non è una rivendicazione del manifesto. Anzi esso ribadisce che il cambiamento climatico esiste – eccome se esiste – e fa parte della storia della Terra. Il messaggio del manifesto che il professore ha sottoscritto è un altro, e cioè: 1) l’attuale cambiamento climatico è di origine naturale (come tutti i cambiamenti climatici del passato) e 2) le circostanze meteorologiche emergenziali che oggi l’Uomo ogni tanto deve affrontare non sono diverse da simili circostanze occorse nel passato da quando l’Uomo è sulla Terra. Chissà se La Stampa e la giornalista Serena Riformato si correggeranno.
Un’altra è l’agenzia di stampa Open (che si picca di fare da fact-checker). Scrive tale Gianluca Brambilla per Open: «il Professor Prestininzi è noto per le sue tesi che sminuiscono o addirittura negano l’esistenza dei cambiamenti climatici». Per Open vale quanto detto sopra: Prestininzi non solo non nega i cambiamenti climatici ma addirittura afferma che essi ci sono sempre stati. Sempre secondo l’agenzia, ci sarebbero non meglio specificati cittadini di Calabria e di Sicilia contrari alla realizzazione del Ponte che lamenterebbero che «la sostenibilità di quell’opera non può essere garantita da chi nega che l’ambiente sia impoverito dall’azione umana». Qui chi ha ragione di lamentarsi è la logica: se i cittadini sono contrari alla realizzazione del Ponte, che c’entra cosa neghi o cosa affermi il prof. Prestininzi o, a dire il vero, chiunque altro fosse stato messo a coordinare quel Cts?
Ad ogni buon conto, l’ambiente dall’azione umana può essere sia impoverito che arricchito, e la posizione di quei fantomatici cittadini è solo ideologia precostituita. Open informa anche delle rimostranze dell’On. Angelo Bonelli, e qui ci sediamo comodi perché, quando apre bocca, Bonelli trasmette un irrefrenabile buon umore. L’onorevole sale in cattedra e spiega al volgo che, testuale, «la scienza è basata su consensi internazionali e non su opinioni personali che negano la realtà dei cambiamenti climatici». La parte dei consensi internazionali gliela perdoniamo perché è il contrario della scienza. Quella della negazione dei cambiamenti climatici l’abbiamo già trattata sopra. Quella delle opinioni personali invece non gliela perdoniamo perché Bonelli sa perfettamente che l’opinione di Prestininzi non è personale, ma è condivisa da oltre 1600 colleghi del professore, tra cui due premi Nobel per la Fisica. Bonelli deve in qualche modo giustificare la propria presenza in Parlamento e già una volta ha annunciato la presentazione di una bozza di legge che rendesse illegale dichiarare che il clima cambia per ragioni naturali: attendiamo fiduciosi. In questa occasione ha annunciato una interrogazione parlamentare, ma cosa chiederà mai? Forse «il Governo spieghi perché sta facendo costruire un ponte a uno che crede che i periodi glaciali e interglaciali non sono determinati dall’Uomo»: attendiamo fiduciosi.
Concludo con due osservazioni. Primo: chi nega l’esistenza dei cambiamenti climatici è proprio Bonelli e gli altri, giacché se è l’Uomo a causare i cambiamenti climatici allora logica vuole che in assenza dell’Uomo non ci sarebbero cambiamenti climatici. Secondo: si tratta qui di realizzare un ponte; cosa mai ci azzecca cosa pensa Prestininzi – o chiunque degli altri ingegneri coinvolti – in ordine alle origini delle glaciazioni?
Franco Battaglia, 27 settembre 2023