Ma si va parliamo del fascismo, delle Foibe, dei no Tav, dei black block, del comunismo, dell’assalto squadrista alle sedi dei sindacati, delle manifestazioni antifasciste. Ma che palle! Come i cani di Pavlov, al semplice suono di certe sirene politici e giornalisti cominciano a sbavare, chi da una parte chi dall’altra cominciano il balletto delle recriminazioni: linea intransigente; scossa al Viminale e avanti green pass; il green pass non c’entra è un attacco a sindacati e democrazia; il patto scellerato; l’ultimo sfregio; atto squadrista; il primario sotto choc; la Lamorgese inadeguata; il salto di qualità; i politici ambigui. E non poteva mancare il super classico: “non ci faremo intimidire”.
Poi vai a guardare, chi non si fa intimidire è Luigi Di Maio, gli ambigui li vede Orlando, l’attacco al sindacato, ed è comprensibile, lo vede Maurizio Landini che però non resiste ad evocare il rischio per la democrazia. Insomma ho scorso solo pochi titoli di giornale e già non ne posso più, non uno che dica che un gruppo di facinorosi (nostalgici di un fascismo che non è mai esistito o che solo loro sognano, incapaci di rassegnarsi al giudizio definitivo che ne ha dato la storia) violenti, ignoranti e già tutti conosciuti a Polizia e Carabinieri, ha cavalcato una legittima manifestazione organizzata da una frangia di scemi del villaggio, categoria degna di rappresentanza dopo aver portato il loro partito al governo del Paese, prendendone il controllo e annunciando, da un palco a piazza del Popolo, un assalto alla sede della Cgil che avrebbero messo in atto di li ad un’ora. Sorgono spontanee tre domande:
1. cosa ci facevano i loro leader in piazza visto che a quanto sembra non gli era permesso?
2. perché non sono stati fermati dopo che hanno manifestato il loro intento aggressivo verso la Cgil?
3. perché si continua a permettere che frange violente, di ogni ordine e credo politico, possano mettere a ferro e fuoco città e sedi sindacali, occupare palazzi, teatri e cinema o bloccare opere pubbliche causando enormi danni alla collettività?
Io sono liberale non anarchico, perseguo la libertà del singolo ma non sopporto l’abuso del gruppo, ed è per questo che mi va il sangue al cervello di fronte a certe cose: l’impunità dei tifosi organizzati, l’arroganza dei sindacati che bloccano città e treni, la pretesa intoccabilità dei centri sociali, la falsa pretesa di giustizia dei Cardinali che riattaccano la luce (senza pagarla) agli occupanti abusivi, e così via con un elenco che potrei allungare.
C’è un concetto che anelo e temo allo stesso tempo è quello del principio legalità secondo il quale gli organi dello Stato non hanno altri poteri se non quelli conferiti loro dalla legge e sono tenuti a esercitarli in conformità con i contenuti prescritti da essa. Anelo che questo sia vero e perciò di potermi fidare della magistratura, della burocrazia, e di ogni rappresentante dello Stato, lo temo perché l’esperienza mi dice che forse è meglio non fidarsi troppo. Norme identiche interpretate in modi opposti in base alle situazioni contingenti, tolleranza o repressione applicate in base a criteri politici, la memoria selettiva sulle colpe degli uni e degli altri e così via.
Tutto questo alimentando polemiche sulle pagine dei giornali, convocando manifestazioni contro il fascismo o per difenderci dal comunismo, facendo dichiarazioni capaci solo di esacerbare gli animi, rispondendo alla foto del cretino che fa il saluto romano con la foto del, non meno cretino, segretario sindacale a pugno chiuso. Non ne posso più, la battaglia politica ed elettorale prevale su tutto, nessun ragionamento è possibile perché dobbiamo difendere la democrazia, non abbiamo tempo di parlare di dove dovrà finire la monnezza romana, perché dobbiamo affrontare la minaccia di un nuovo ventennio! Tutto è inquinato dal passato e nessuno è capace di programmare il futuro.
È necessaria una moratoria unilaterale, dobbiamo prescrivere il ‘900, perché il fascismo è stato sconfitto e il comunismo è fallito, lasciamo i nostalgici al loro gioco e osserviamoli come quelli che vanno in mongolfiera o partecipano a gare di auto storiche, smettiamo di parlarne e smetteremo di sentirci minacciati.
E, ancora, evitiamo di farci trasportare dalla dietrologia cadendo nel tranello della trama oscura, dei servizi deviati, della strategia eversiva, attenendoci ai fatti: un manipolo di cretini, neanche troppo numeroso, ha fatto una scemenza provocando ingenti danni ad una sede privata, polizia e carabinieri oltre a non prevenire hanno anche deciso di non intervenire, i cretini hanno avuto campo libero per qualche ora, in favore di telecamere e telefonini e poi sono stati identificati ed arrestati. Bene così ma la prossima volta intervenite prima e per ora fermate la carriera di chi ha preso la decisione di lasciarli fare.
Antonio De Filippi, 13 ottobre 2021