Cronaca

Lasciateci liberi di schifare i bagni gender neutral

L’università Bocconi si piega alla cultura woke con le nuove toilette e sospende gli studenti critici

© jarino47, Photitos2016, Pio3 e Curtis Adams tramite Canva.com

Dopo aver già pesantemente colpito svariate università anglosassoni, la scure del politicamente corretto si abbatte con forza anche sulla prestigiosa Università Bocconi. O meglio, su alcuni suoi studenti, rei di aver espresso, seppur con termini impropri, il loro dissenso nei confronti di una scelta ideologica dell’ateneo.

La vicenda risale a qualche settimana fa, e riguarda l’inaugurazione dei nuovi bagni gender neutral dell’università milanese. Alla decisione dell’ateneo di seguire la strada della correttezza politica, tre giovani bocconiani avrebbero reagito con commenti social ritenuti volgari e inappropriati, sanzionati poi dall’università con un provvedimento disciplinare che dispone la sospensione di ben sei mesi per i tre “trasgressori”, responsabili di aver leso l’immagine della Bocconi.

Una decisione che appare a dir poco sproporzionata, dal momento in cui va a punire direttamente il diritto di opinione degli studenti in questione. Certo, i tre giovani avrebbero senz’altro potuto utilizzare un linguaggio diverso per esprimere il loro disaccordo. Più rispettoso della sensibilità altrui. Non c’è dubbio. Ma ciò non giustifica comunque la decisione assunta in Bocconi di punire la libera espressione del pensiero. Anche perché, il principale compito di un’istituzione universitaria dovrebbe essere quello di stimolare le giovani menti dei suoi studenti abituandole a ragionare liberamente e criticamente, e non ad accettare pedissequamente delle verità dogmatiche calate dall’alto, manco fossero le Tavole delle Legge inscritte direttamente dal dito di Dio.

Un grossolano errore, dunque, quello commesso dall’università, figlio di una cultura woke dilagante negli atenei anglosassoni, ma ormai largamente diffusa in tutto il mondo occidentale, che porta un’autorevole istituzione, qual è la Bocconi, a piegarsi completamente alla dittatura del politicamente corretto e preferire la via dell’indottrinamento a quella del pensiero critico. Orbene, è questo l’unico vero danno reputazionale, che l’ateneo meneghino si è peraltro auto cagionato, e non quello causato dai liberi commenti di alcuni suoi studenti sui social network.

A questo punto, non resta che sperare che in Bocconi possano prontamente ravvedersi e rivedere un provvedimento ingiusto, spropositato e fortemente ideologizzato, che non rende né onore al prestigio dell’ateneo, né giustizia all’intelligenza dei suoi studenti.

Salvatore Di Bartolo, 16 febbraio 2024