Non l’avrei mai voluto fare ma mi sono annoiato dei messaggi pubblici e privati in cui mi si accusa di non aver rispettato la morte della scrittrice, alcuni mi hanno tolto addirittura l’amicizia e non hanno risposto al telefono, come ad esempio Rosella Postorino. Dunque: io rispetto il dolore di familiari e amici di Michela Murgia ma non permetto che mi si vieti di poter scrivere anche male delle sue opere. Un intellettuale vive di ciò che ha scritto non di come ha vissuto e se non vive più.
Mi sembra abbastanza chiaro. Se io dovessi limitarmi alle antipatie non scriverei quasi nessuna recensione. Io non valuto se uno è di destra o di sinistra, se mi è antipatico o meno. Per dirla tutta – non sapevo che Michela Murgia fosse ammalata – quando l’ho saputo ho scritto un post pubblico per esprimere la mia vicinanza e il mio dolore per averla attaccata durante la sua malattia che non conoscevo.
Ho scritto e chiamato più volte – ad esempio Loredana Lipperini, che in questi giorni ho scomodato due volte, tanto fa finta di niente – per proporre a Michela Murgia il mio sostegno non solo economico e di conoscenze – dopo tanti anni che organizzo iniziative benefiche in ambito pediatrico e collaborando con l’Istituto Superiore di Sanità. Mi è stata data la Sua mail, Le ho scritto, etc etc.
Questo doveva attenere al mio privato ma sono più che stanco che certa gente giochi sempre al piccolo chimico degli intellettuali. Sono dispiaciuto per Michela Murgia ma per me i suoi libri – che ho anche ricomprato – rimangono illeggibili e le sue polemiche troppo di parte e pensate ad arte. Ciò non cambia che sia stata una donna sensibile e attenta a certi temi che non metto in dubbio.
Gian Paolo Serino, 3 settembre 2023