Politica

Batosta in Friuli Venezia Giulia

L’asse M5S-Pd parte col flop: altro che “effetto Schlein”

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Se davvero l’inizio è la parte più importante del lavoro, come scriveva Platone nel quarto secolo a.c. nel suo celeberrimo dialogo La Repubblica, a sinistra non possono certo dormire sonni tranquilli. Anzi, tutt’altro. Perché l’inizio per il nuovo Pd targato Elly Schlein, che coincideva con le elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia, è stato veramente disastroso, da qualsiasi prospettiva lo si guardi. Intanto, contrariamente agli estenuanti proclama della stampa progressista di queste ultime settimane, il volano dell’elezione a segretario della Schlein non ha generato affatto i frutti desiderati. Anzi, il Partito democratico é riuscito persino nella titanica impresa di contrarre ulteriormente il suo consenso rispetto alle ultime politiche e a collezionare uno scarno 16,56%. Altro che effetto Schlein!

M5S-Pd, la coalizione arranca

Ma le brutte notizie per i dem non finiscono certo qua. C’è addirittura di peggio. I dati provenienti dal Friuli Venezia Giulia restituiscono infatti un risultato ancor più preoccupante, ovverosia quello relativo alla coalizione. Al primo vero banco di prova il tanto atteso tandem Conte-Schlein floppa clamorosamente. Massimo Moretuzzo, candidato del centrosinistra, si è infatti fermato ad un insoddisfacente 28,4%, staccato di quasi 36 punti percentuali dal candidato di centrodestra, l’uscente Massimiliano Fedriga, confermato trionfalmente governatore con il 64,26% dei voti.

Il centrodestra brinda

Percentuali letteralmente bulgare, quindi, e vittoria schiacciante per un centrodestra che riesce così a bissare il successo ottenuto da Attilio Fontana in Lombardia lo scorso mese di febbraio, e a collezionare un en plein che gli garantirá di fatto il dominio incontrastato nell’intero Nord, dalla Ligura al Friuli, passando per Piemonte, Lombardia e Veneto.

Dov’è l’effetto Schlein?

La coalizione Pd-M5S, dal canto suo, ha invece molto su cui interrogarsi. Della linfa che avrebbe dovuto portare in dote Elly Schlein, necessaria a rivitalizzare un centrosinistra ormai da anni in profonda crisi di consensi non vi è stata alcuna traccia. Anzi, a voler bene vedere, il nuovo corso in casa dem si è aperto persino peggio rispetto a come non si fosse chiuso il precedente.

Beh, che dire, l’inizio per Schlein e compagni non è stato certo dei migliori. Decisamente. E la cotanto decantata cura Elly, almeno per il momento, non sembra produrre i benefici sperati per il lungodegente Pd e per la disastrata coalizione di centrosinistra.

Salvatore Di Bartolo, 4 aprile 2023