L'assegnino risolve tutto: Ferragni evita il processo sul pandoro

Babbo Natale ha portato un bel regalo a Chiara Ferragni. Travolta dallo scandalo pandoro-gate da ormai un anno, l’influencer potrebbe aver risolto quasi tutti i suoi problemi grazie a un semplice assegnino. L’imprenditrice digitale è iscritta nel registro degli indagati della Procura di Milano con l’accusa di truffa aggravata, ma attenzione alla mossa del Codacons. L’associazione dei consumatori ha infatti intenzione di rimettere la querela sporta per il caso del dolce natalizio, il che costringerebbe la Procura meneghina a rivedere le sue accuse.

Gli avvocati della Ferragni e il Codacons hanno concluso un accordo per porre fine a ogni reciproca contestazione e per favorire, più in generale, la distensione dei rispettivi rapporti. L’intesa riguarda sia il caso Balocco che le uova di Pasqua Dolci Preziosi, due casi finiti nel mirino della Procura di Milano per un’operazione benefica poco chiara. Dopo aver presentato la querela insieme ad Assoconsumatori, il Codacons ha dato il suo ok all’accordo con l’influencer, chiamata a risarcire per intero chi abbia acquistato i prodotti contestati e a versare 200 mila euro a sfondo benefico per un’associazione che si occupa di violenza contro le donne. Inoltre, pagherà le spese legali sostenute in questo anno.

Anche se spesso si afferma il contrario, soprattutto se chi parla ha il grano in tasca, non esiste nulla che i soldi non possano risolvere. Alla Ferragni è bastata una firma su un assegno per mettere fine alla contesa, un accordo che, secondo quanto si legge in una nota, “segna la duplice volontà delle Parti, da un lato, di chiudere le pregresse vertenze e, dall’altro lato, di guardare positivamente al futuro, instaurando un clima di collaborazione e rispetto con l’obiettivo di favorire iniziative concrete e un dialogo costruttivo su temi sociali di comune interesse”. Carlo Rienzi, Presidente del Codacons, ha naturalmente espresso il suo apprezzamento per l’accordo raggiunto, “il quale è di completa soddisfazione per le associazioni e per i consumatori che le stesse rappresentano, e sottolinea l’importanza della donazione concordata, che potrà essere di concreto aiuto alle donne più fragili”.

Leggi anche:

Insomma, la Ferragni potrebbe farla franca. L’intesa con il Codacons apre la strada ad una soluzione giudiziaria dell’inchiesta penale sopra citata. Con il ritiro della querela la Procura potrebbe riconsiderare le accuse contenute nell’inchiesta che ha chiuso ad ottobre. Tra qualche settimana capiremo qualcosa in più. Ma c’è da dire che le possibilità che l’influencer ne esca intonsa, se non con qualche soldino in meno, sono piuttosto alte. Certo, le sue società sono state danneggiate pesantemente dal pandoro-gate, sia in termini economici che dal punto di vista reputazionale. Ma un anno fa chi non avrebbe messo la firma per un epilogo del genere, ovviamente nei panni della Ferragni?

Lo schema del “do ut des” come panacea di ogni male. Lo sappiamo. E un po’ lo immaginavamo. Del resto la stessa Ferragni aveva pagato 1 milione di euro all’Antitrust per le irregolarità del pandoro e altrettanti per le uova di Pasqua, con tanto di assegni firmati per cause benefiche all’ospedale Regina Margherita e all’associazione Bambini delle Fate. Ma c’è uno scenario che avrebbe dell’incredibile: in caso di archiviazione da parte della Procura di Milano, l’ex moglie di Fedez potrebbe cavalcare la narrativa dell’innocenza. Robe da pazzi, direte voi. Ed è vero: niente processo, immagine salvaguardata e l’inevitabile ritorno sulle copertine.

Ma gli italiani non possono dimenticare quanto accaduto: qualcuno avrà anche l’anello al naso, ma nessuno cancellerà certi episodi, con buona pace della ricca, ricchissima Blonde Salad.

Franco Lodige, 28 dicembre 2024

Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis)

#chiara ferragni #codacons #Pandoro