Rassegna Stampa del Cameo

L’attacco in Siria, una buffonata di tre poveracci

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Una cosa è certa: non c’è stata e non ci sarà nessuna guerra in Siria. Fin che alla guida del mondo ci saranno tre personaggi come Donald Trump, Vladimir PutinXi Jinping, tre autentici figli di puttana (modo popolare per dire statista), la guerra è da escludersi. Solo leader deboli, fighetti, di impronta “dem” o “neocon”, tipo George Bush, Barack Obama, David Cameron (leggi Theresa May), Nicolas Sarkozy (leggi Emmanuel Macron) sono ridicoli guerrafondai. Costoro utilizzano la guerra come modalità per “esportare la democrazia”, pur sapendo di non essere in grado di farla, e se la fanno certi di perderla (“Esportare la democrazia” una delle idee politiche più idiote che siano state concepite nella storia del mondo). Ricordiamoci che costoro non sono stati neppure in grado di bombardare (ripeto bombardare), né in Serbia, né in Libia (i francesi dopo due giorni finirono le bombe – sic! – e chiesero a Obama di aiutarli).

L’unica cosa in cui costoro eccellono è nelle fake news istituzionali, prima nel crearle, poi nel nasconderle, quando vengono scoperti. Insuperabili invece nel raccontare nei salotti, nelle spiagge, sui media di regime, guerre che esistono solo nelle loro fantasie erotico-eroiche.

Quando sono in difficoltà, per ragioni di politica interna (May per Brexit, Macron per lo sciopero dei ferrovieri, Sarkozy per nascondere una tangente) si inventano un giochino: fingono di non distinguere l’esistenza dei gas e chi li ha propinati. Facile scoprire i primi, impossibile i secondi. May e Macron hanno sì la prova che si tratti di gas ma non sanno se li abbia emessi il losco Assad (protetto da Putin e da Kamenei) o gli altrettanti loschi suoi nemici (protetti da Erdogan e Re Salaman). Per May e Macron l’importante è dire come nell’Aida “Partiam, partiam, partiam. Poi arriva Radames…”.

Qualche settimana e tutto si sgonfia, i media si acquetano, i cittadini riprendono il loro tran tran. Studiamoci il discorso-manifesto di Gianluigi Buffon, è un pezzo di alta scuola per comunicare ai tempi del Ceocapitalism. Lì trovate la summa del pensiero politico-economico-culturale delle élite occidentali più sofisticate.

Per fortuna i Tre Big hanno trovato la formula acconcia per escludere la guerra: quando la tensione è al diapason si accordano. Due modelli: Nord Corea oppure Siria.

1) Nel caso Nord Corea per un annetto Trump e Kim hanno adottato il protocollo classico: missili, minacce, qualche penultimatum, insulti personali, mediatori, ancora minacce. Poi d’improvviso scoppia la pace e tutto torna come prima.

2) Più sofisticato il protocollo Siria messo a punto da due veri professionisti della “Guerra artefatta”, Trump e Putin. Questo prevede tutte le mosse prima dette e pure l’attacco militare al solito Bashar alAssad.

Apro una parentesi: sono andato a rileggermi i ritagli di giornale degli anni a cavallo del 2010, quando Assad era un grande amico delle élite europee e di tutte le sinistre europee (ci sono pezzi memorabili sul suo rapporto con politici italiani di sinistra, alcuni di grande spessore ed età). In questi giorni, ho visto un’intervista impeccabile alla tv svizzera di Marcello Foa che, da trentennale studioso di politica estera, non riesce a decrittare il perché le élite europee abbiano improvvisamente trasformato uno di loro, Assad, in un reprobo. Ha ragione Marcello: perché? Chiusa la parentesi.

Nel caso Siria, siamo molto più avanti, qua la soluzione è già stata proceduralizzata secondo questo schema: Trump indica a Putin giorno, ora, luogo, numero e tipo di missili che intende scaricare sulla Siria (modalità Amazon per consegna pacchi). Putin si affretta a informare Assad che si mette in mutua, mentre lui sposta al largo le sue navi. Il bombardamento avviene. La pseudo guerra si apre e si chiude in poche ore con Assad, sbarbato e rilassato che entra nel Palazzo del Governo. In quest’ultimo caso le ex “Potenze dell’Asse” (Germania, Giappone, Italia) si sono sfilate: da buttare decine di editoriali sulla solitudine dell’Italia in politica estera!

Sabato 14 aprile alle 3 la guerra è iniziata ed è pure finita alle 6, in tempo per brioche e cappuccino. May e Macron avevano chiesto di partecipare anche loro. Essendo una sceneggiata si sono limitati a firmare il comunicato stampa per dire “io c’ero”. L’unico aspetto positivo è la terminologia usata: guerra una tantum. Geniale.

Fuori dall’ironia, che tristezza per quelli della mia generazione. Abbiamo permesso che andassero e restassero al potere leadership di tal fatta. Hanno persino sputtanato il concetto di guerra, trasformandola in una ignobile sceneggiata. Riducono qualsiasi atto umano (nobile o ignobile che sia) a un tweet, a un comunicato, a una conferenza stampa, usando concetti e parole da calciatori. Da vergognarsi.

Riccardo Ruggeri, 15 aprile 2018