Cronaca

L'omicidio

L’audio di Giulia e quei giovani incapaci di affrontare le sconfitte

Filippo Turetta non riusciva a superare la separazione dall’ex fidanzata. E la giovane temeva si suicidasse

Nicola Turetta e Giulia Cecchettin audio

“È soltanto un piccolo uomo. Un mostro. Io non riesco a darmi pace. E mi vergogno profondamente di avere conosciuto Filippo, di avere parlato bene di lui in passato. Vorrei eliminare dalla mia mente qualsiasi ricordo che ci leghi”. Sono queste le parole di Francesca, l’amica di Filippo Turetta, rilasciate alla Stampa. La ragazza aveva conosciuto Filippo perché compagno di classe dell’ex fidanzato, con cui Francesca è stata insieme quattro anni e mezzo. “Dopo che si sono lasciati – prosegue – lui era disperato, distrutto. Mi aveva detto che l’aveva lasciato perché lei voleva riprendersi i suoi spazi. Una cosa normale. Ma lui non riusciva a rassegnarsi all’idea di non stare più con Giulia, non accettava che fosse finita. Io gli dicevo che non poteva continuare a logorarsi. Ho provato a spiegargli che amare è vivere insieme, e non in funzione di un’altra persona. Gli ho detto di dare gli esami che gli mancavano all’università, di raggiungere i suoi traguardi con le sue gambe. Ma lui non riusciva nemmeno più a studiare. Ero preoccupata, lo trovavo illogico. Filippo è un folle. Mi chiedo con quali modelli sia cresciuto. Filippo è solo un piccolo uomo, subdolo e meschino. Ora spero solo che sia fatta giustizia, lo dobbiamo a Giulia”.

L’audio di Giulia Cecchettin

Uno sfogo da cui emerge l’anima contorta e tormentata di Filippo. Quel tormento che aveva portato il ventiduenne a minacciare più volte il padre di farla finita, perché incapace di vivere senza l’ex ragazza. E che emerge anche dall’audio di Giulia, rivelato ieri dal Tg1, che la giovane vittima ha inviato ad alcune amiche. “Sono arrivata a un punto in cui vorrei che sparisse, vorrei non avere più contatti con lui – diceva Giulia – Questa cosa, con il fatto che io vorrei non vederlo più, perché comincio a non sopportarlo più, mi pesa. Lui mi viene a dire cose del tipo che è superdepresso, che ha smesso di mangiare, che passa le giornate a guardare il soffitto, che pensa solo ad ammazzarsi, che vorrebbe morire”. Giulia voleva “sparire dalla sua vita”, ma non sapeva come farlo “perché mi sento in colpa perché ho paura che possa farsi male in qualche modo”.

I giovani e le delusioni

Un caso, purtroppo, non isolato. E il cui motivo lo spiega Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, in un’intervista rilasciata a Il Giornale. “I nostri ragazzi non sanno gestire la frustrazione. Si mollano con la ragazzina e vanno fuori di testa, senza proporzione. Ma questa è colpa dei genitori che non glielo hanno insegnato. O meglio, che non li hanno lasciati liberi nella vita di impararlo con le loro esperienze, correndo sempre a proteggerli”. Nell’intervista lo psichiatra punta il dito contro i genitori: “Pretendiamo di proteggerli da tutto, non permettiamo che si creino gli anticorpi per affrontare sfide e delusioni”. A detta di Crepet, “stiamo crescendo ragazzi che non sono più in grado di affrontare la sconfitta.” Lo psichiatra consiglia ai genitori di essere rivoluzionari: “Mamme, papà siate rivoluzionari. Insegnate ai vostri figli ad essere liberi”.

Nemes Sicari, 23 novembre 2023