Ce l’avevano presentata come la patria delle restrizioni, il Paese del rigore, più severo anche del regime Speranza. Come osavamo lamentarci, se a Vienna facevano di peggio? L’Austria era la nazione che per prima aveva varato il lockdown per non vaccinati e le iniezioni anti Covid obbligatorie per tutti i maggiorenni. Poi, però, le cose sono cambiate. E al di là del Brennero, alla fine, sono tornati sui loro passi più rapidamente di quanto non abbiano fatto a Roma.
Basta quarantena in Austria
L’obbligo vaccinale, ad esempio, è caduto quasi subito: sospeso un mese dopo l’entrata in vigore a causa delle valutazioni dei tecnici governativi, non è stato ripristinato, nonostante le vaghe minacce di quei giorni. E intanto, da ieri, è caduto un altro tabù della pandemia: è stato abolito l’obbligo di quarantena per i positivi.
Le regole per i positivi
Chi ha contratto il Covid, insomma, potrà uscire di casa e andare a lavorare, con un solo caveat: che indossi la mascherina Ffp2, anche all’aperto, almeno laddove non sia possibile mantenere la distanza interpersonale. Unico paradosso: gli infetti potranno frequentare bar e ristoranti, ma non essendo autorizzati a togliere la mascherina, non potranno consumare nulla. Il tutto avviene mentre, nel Paese, ci sono 88 pazienti in terapia intensiva (su circa 9 milioni di abitanti).
In Italia resta il “regime Speranza”
Chi si ostina a difendere la trincea dell’isolamento, manco a dirlo, è Roberto Speranza. Da noi sono state formulate varie ipotesi sul superamento della quarantena per i positivi, anche su spinta del sottosegretario Andrea Costa, ma al momento questo tassello fondamentale per uscire dalla logica emergenziale manca ancora. Le scuse sono le solite: la pandemia non è finita, bisogna essere prudenti, non si deve abbassare la guardia… Dobbiamo pensare che i severissimi austriaci siano impazziti all’improvviso? E sono matti anche in Spagna, dove l’isolamento dei positivi paucisintomatici è soltanto consigliato?
D’altronde, se uno dei problemi segnalato dagli esperti è che molti casi rimangono sommersi, perché magari le persone si limitano a effettuare test domestici, di sicuro il rito della quarantena non costituisce un incentivo a denunciarsi (per quanto, essendo ormai saltata la possibilità di tracciare i contatti, questo censimento dei contagiati abbia poco senso).
Insomma, l’Europa va avanti; e le nazioni che sfruttava la nostra stampa mainstream per giustificare le restrizioni di Speranza e Mario Draghi stanno tornando alla normalità più rapidamente di noi. Il ministro, di regali, ne fa solo ai suoi collaboratori in lungotevere Ripa? Oppure ha intenzione di regalare agli italiani, prima di levare le tende, la liberazione finale? Almeno come ringraziamento per averlo sopportato…