Non è vero che le regioni del sud non amano l’autonomia, cara Salvini, dipende dai casi.
Premessa d’obbligo: amo il sud Italia, penso che sia uno dei più bei posti del pianeta, e non ho nulla contro i meridionali ai quali invidio l’arte di saper trasformare i difetti in qualità.
Antefatto: il governo ha avviato l’iter per varare la legge sulle autonomie regionali e apriti cielo. Molti governatori del sud, direi quasi tutti, sono insorti al motto che “così facendo si aumenterà il divario economico tra le regioni del nord e quelle del sud”. Benissimo, però poi si scopre che i consiglieri regionali della Sicilia, che già guadagnano 11.000 euro al mese in parte esenntasse, ieri l’altro si sono autonomamente aumentati lo stipendio per adeguarlo alla perdita di potere di acquisto dovuto all’inflazione. Diecimila euro in più a testa per un costo totale di 750.000 euro all’anno. Soldi sottratti ovviamente alle già semi vuote casse della regione.
Insomma, quando c’è da fare gli affari propri ai politici e ai ministratori del sud l’autonomia proprio non dispiace. Autonomi pure di concedere a se stessi quell’adeguamento Istat per ora negato a tutti i lavoratori italiani, meridionali e non, sia pubblici che privati. Da quelle parti dicono che non ci sono i soldi per portare le opere pubbliche (strade, acquedotti, edilizie) a un livello appena che decente e poi si aumentano la diaria come se niente fosse.
Giuro che ammiro il loro non senso del pudore. “Chiddu chi fa pi me denti nun fa pi me parenti”, cioè “quello che è utile per me non lo è per gli altri, ma chi se ne frega” recita uno dei famosi proverbi siciliani”.
Ecco, da oggi un consigliere regionale, che ha pensato a sé invece che agli altri, guadagnerà più di un senatore della Repubblica e – sembra strano, ma è vero – più del presidente del Consiglio. Chiamali fessi. Sono autenticamente e spudoratamente dei geni che se non fosse che ogni tre per due piangono miseria e accusano il Nord di essere egoista e avido, meriterebbero tutta la nostra ammirazione.
Come si dice da quelle parti “chiagni e fotti”, piangi e frega”. Per la verità non accade solo da quelle parti, ma certo, da quelle parti sono dei veri maestri di vita.