Cronaca

L’azienda regala soldi ai lavoratori. Ma la Cgil dice di no

Il paradosso del sindacato, nato per difendere i diritti dei lavoratori e finito a conservare se stesso

© Baris Kaykusuz e Serenethos tramite Canva.com

L’Italia non è fatta soltanto di disoccupati, licenziamenti e aziende al collasso come sindacati e gufi d’opposizione vorrebbero farci credere. Esistono anche, fortunatamente, realtà imprenditoriali solide e performanti che faticano a reperire sul mercato del lavoro il personale da impiegare nei propri produttivi aziendali. È questo il caso di Leonardo, società controllata dallo Stato operante nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, in cerca di personale specializzato da assumere.

Pur di far fronte alle proprie carenze d’organico, la società guidata dall’ex ministro del governo Draghi, il ceo Roberto Cingolani, è disposta a ricompensare con un riconoscimento economico gli attuali dipendenti che dovessero portare in azienda nuovi colleghi. “Caro collega, aiutaci ad assumere. Se trovi il candidato giusto ti diamo un premio fino a 1.500 euro”, si legge nel manifesto pubblicato nelle bacheche del gruppo Leonardo.

Un annuncio che sta facendo parecchio discutere in queste ultime ore, dentro e fuori l’azienda, che tuttavia, teoricamente, dovrebbe far piacere ai lavoratori e a chi dovrebbe occuparsi di tutelarli: c’è un’azienda che assume in Italia e che è persino disposta a riconoscere un premio in denaro a quei dipendenti in grado di spingere verso il gruppo nuove risorse. Tutti contenti quindi? Non esattamente. Perché in tutto questo i sindacati cosa fanno? Esprimono soddisfazione per le politiche aziendali del gruppo? Non proprio. Anzi, tutto il contrario. Recriminano, si mettono di traverso, si scagliano apertamente contro la decisione di Leonardo.

“Siamo contenti che il settore aerospace cresca e assuma operai e tecnici specializzati – ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera Ugo Bolognesi della Fiom Cgil di Torino. Tuttavia non ci piace il metodo utilizzato perché instaura relazioni industriali lontane dalla logica della trattativa sindacale”. “Gli ingressi – prosegue Bolognesi – sono spesso con contratti di somministrazione anche se poi quasi tutti vengono confermati”. Chiaro, no? I lavoratori vengono assunti e poi quasi tutti confermati, eppure, nonostante ciò, il sindacato non gradisce, in quanto il metodo utilizzato dall’azienda è lontano dalla logica sindacale.

A giudicare dalla reazione a caldo di Ugo Bolognesi sembrerebbe quasi che la Fiom Cgil sia più attenta a salvaguardare il proprio potere contrattuale che gli interessi di quei lavoratori che, in teoria, sarebbe chiamata a rappresentare. E quindi, pur di non venire scavalcato, il sindacato preferisce ostacolare le politiche aziendali del gruppo Leonardo, anche a costo di pregiudicare l’assunzione di nuovi lavoratori e impedire a quelli già in servizio di beneficiare di un bonus di 1500 euro. Perché il bene del sindacato viene prima di tutto e tutti, anche di quello dei lavoratori. Chiaro, no?

Salvatore Di Bartolo, 2 novembre 2024

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