10 febbraio 2007. A Monaco, al Convegno internazionale sulla Sicurezza, Putin pronuncia uno storico discorso. «È palese che l’espansione della Nato non ha nulla a che vedere con la sicurezza dell’Europa. Invece essa rappresenta una provocazione che riduce il livello della reciproca fiducia. Credo che abbiamo il diritto di chiedere contro chi questa espansione è diretta. Che fine hanno fatto le promesse che ci avete fatto?».
2014. Strage di Odessa. Nazionalisti ucraìni filogovernativi massacrano 38 separatisti filorussi che manifestavano pacificamente il loro desiderio di separarsi dal governo centrale ucraìno. In quello stesso anno prevalgono le forze separatiste di altre regioni ucraìne al confine con la Russia – Crimea, Doneck, Lugansk e Charkiv – ove si tengono regolari (seguiti da diversi osservatori internazionali) referendum. Nelle prime tre, l’80% della popolazione vota per l’indipendenza dal governo centrale ucraìno (a Charkiv pure, ma non si raggiunge il quorum). Alla faccia del principio dell’autodeterminazione dei popoli (sancito anche dalla Carta dell’Onu) il referendum non viene internazionalmente riconosciuto. I separatisti filorussi godono della protezione della Russia. Per ritorsione, questa viene fatta oggetto di sanzioni dal mondo occidentale, il quale, di fatto, è in guerra contro la Russia da 8 anni.
2017. Putin rivolgendosi alle nazioni occidentali: «Noi russi abbiamo commesso l’errore di fidarci di voi e voi avete commesso quello di approfittarvene».
2022. Come quella del 1962 di allocare missili sovietici a Cuba, anche quella di far entrare l’Ucraina nella Nato è una pensata legittima in punto di diritto. Nel 1962 la cosa si risolse con un compromesso che evitò la guerra. La politica, si dice, è l’arte del compromesso. Ma i politici d’oggi, nell’Occidente, non sembrano essere neanche artigiani. Figurarsi artisti. E Putin? La Russia sta subendo da 8 anni sanzioni che i russi medesimi vivono come ingiuste. Hanno la colpa di fare la guerra, ma gli Usa hanno la colpa di averceli spinti, e la Ue ha la colpa di non aver favorito la pace. Per esempio, accettando che l’Ucraina stesse fuori dalla Nato e riconoscendo alle regioni separatiste il diritto di potersi separare. Magari negoziando con Putin si rifacciano i referendum. Insomma, si propongano soluzioni, anziché facendo la guerra col sangue degli altri.
Quanto a Zelensky, non sembra un genio: se fosse membro della Nato, l’Ucraina sarebbe la prima colpita in caso di conflitto con la Russia; se ne sta fuori, diventa intoccabile e potrebbe vivere felice.
Franco Battaglia, 3 marzo 2022