Nel gran parlare d’Europa che si fa in questi giorni capita spesso di imbattersi in qualche fake news. Alcune ricorrono con frequenza e sono anche piuttosto insidiose. Ne segnaliamo tre.
1. Il primo argomento inconsistente funziona all’incirca così: oggi in Europa l’Italia non conta niente, è isolata e al massimo gioca in serie C insieme agli sfigati di Visegrad. Qualche anno fa, invece, aveva la stima di Germania e Francia, era rispettata e ascoltata, e la parola italiana – anche in qualità di Stato fondatore – pesava. Proviamo ora a guardare alcuni fatti dell’ultimo decennio.
2011. La Libia, dove l’Italia deteneva posizioni importanti e Gheddafi manteneva un ordine dittatoriale ma ferreo, è attaccata dalle potenze occidentali. Gheddafi è trucidato, le tribù non più tenute a freno dal dittatore cominciano a combattere ferocemente tra loro, i 1.800 chilometri di costa cadono nell’anarchia e ciò favorisce la partenza di migranti disperati che sempre più numerosi sbarcano in Italia, le nostre aziende hanno crescenti difficoltà a operare e perdono fatturato. Dopo quasi 10 anni la guerra civile è ancora in corso e non c’è traccia di ordine. Il principale autore di questo disastro è la Francia, nazione sorella, alleato di lunga data, Stato fondatore.
2015. Entra in vigore la direttiva europea del bail-in e viene applicata per la prima volta in Italia: quattro banche vicine al fallimento – Banca Etruria è la più nota – non possono essere salvate e molti risparmiatori patiscono danni ingenti. Promotore della direttiva bail-in e della sua rigida applicazione è la Germania (con i suoi alleati nordici) – nazione amica, alleato storico, Stato fondatore.
2014 – 2018. Le migrazioni dall’Africa, favorite dal caos libico, raggiungono dimensioni importanti e hanno l’Italia come meta principale. La nostra capacità di accoglienza è messa a dura prova e soprattutto nelle periferie crescono disagio e insofferenza. Francia, Germania, Olanda – altro Stato fondatore, alleato e amico – non offrono aiuto e, con interpretazioni formaliste delle norme comunitarie, cercano di scaricare sull’Italia l’intero onere della gestione migratoria dalla Libia.
Se gli amici sono questi, si può capire se a qualcuno viene in mente che i nemici siano meglio.
2. Secondo argomento fake: l’Ue è garanzia di pace e infatti da quando esiste non ci sono più conflitti in Europa. In realtà la storia è andata in modo un po’ diverso. Fino al 1989 la pace è stata garantita dalle armi nucleari: la guerra fredda obbligava gli Stati europei a schierarsi, per avere sicurezza, o nel campo occidentale o nel campo sovietico e a seguire – con pochi margini di autonomia – la rotta dell’una o delle altre superpotenze (a propria volta vincolate dal rischio atomico). Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, nel 1991 cominciano le guerre in Jugoslavia fra le nazioni che componevano lo Stato di Tito ormai in frantumi: durano, con fasi alterne, fino al 1999, fanno oltre 100.000 morti e si chiudono con un intervento americano. Fra il 1992 e il 1994 si sviluppa una guerra fra Armenia e Azerbaigian. Nel 2008 ci sono conflitti in Georgia e due regioni, appoggiate dalla Russia, si rendono di fatto indipendenti. Nel 2014 in Ucraina scoppia la guerra fra le regioni orientali filo-russe e il resto del Paese.
3. Terzo argomento fake: in un mondo dove torna in voga la politica delle grandi potenze, l’Europa unita è l’unica possibilità per gli Stati del Vecchio Continente di avere peso sulla scena globale. Obiezione: nella storia degli ultimi 500 anni c’è mai stato un periodo in cui l’Europa abbia contato meno di oggi?
Antonio Pilati, 5 luglio 2019