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Le 3 falsità sull’arresto di Donald Trump

L’ex presidente Usa, Donald Trump, è accusato di aver pagato l’ex pornostar per nascondere la loro relazione avuta nel 2006

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Doveva essere martedì il probabile arresto dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, con l’accusa di aver pagato 130mila dollari per comprare il silenzio di Stormy Daniels, la pornostar con cui il Tycoon avrebbe avuto una relazione nel 2006. E invece c’è stato un altro slittamento della decisione del gran Giurì, che ora potrebbe già arrivare nella giornata di oggi. Sono ore tese nel panorama politico repubblicano, anche se difficilmente Trump verrebbe ammanettato. Anzi, potrebbe sfruttare il pagamento di una somma di denaro, a titolo di cauzione, per restare in libertà fino al processo.

Le indagini sono condotte dal procuratore di sinistra, Alvin Bragg, da sempre un anti-trumpiano per eccellenza, e che ha portato lo stesso Trump a orientare la vicenda come fondata non su scopi giudiziari, bensì meramente politici. L’obiettivo dell’ex numero uno della Casa Bianca sarebbe quello di agitarsi per “fare arrabbiare la sua base, ritenendo che un’eventuale incriminazione potrebbe favorirlo” per la corsa alle elezioni presidenziali dell’anno prossimo, ha riferito la Cnn citando alcune fonti anonime vicine al Gop.

Per approfondire:

Sin dall’inizio delle indagini, sono state sollevate accuse di persecuzione politica, fondate sull’idea di un caso appositamente costruito per screditare Donald Trump, per azzopparlo definitivamente e stroncare il sogno alla guida degli Stati Uniti per la seconda volta. Noi rimaniamo ben lungi dal sostenere tesi di questo tipo, che tentano di minare la stessa imparzialità e terzietà del procuratore. Nonostante tutto, ci sono almeno 3 falsità che i media ed i democratici americani stanno facendo circolare in queste ultime ore.

  • L’accusa si fonda sul presupposto che Trump avrebbe pagato i 130mila dollari alla Daniels per coprire la relazione a fini elettorali. Il problema è che è estremamente difficile dimostrare se la cessione di questa somma sia effettivamente avvenuta per ragioni elettorali oppure per altro, che possono essere ragioni familiari, pubbliche, di imbarazzo e via andare. Posto il fatto che il Tycoon non ha mai usato né fondi statali, né fondi destinati alla campagna elettorale, ma solo il proprio patrimonio.
  • In caso di arresto, non è vero che The Donald non potrà correre alla Casa Bianca. La Costituzione americana pone solo tre vincoli per la candidatura alle elezioni: cittadinanza naturale, almeno 35 anni di età, residenza statunitense da almeno 14 anni. Tant’é che fu un candidato alle elezioni 1920, Eugene Debs, a fare campagna elettorale dal penitenziario di Atlanta, acquisendo poi quasi il 4 per cento dei consensi.
  • C’è già stato un precedente: il caso del candidato democratico alla vicepresidenza nella squadra di Kerry, John Edwards, sotto processo per aver indirizzato 200mila dollari della campagna elettorale per nascondere la sua relazione extraconiugale, da cui avrebbe avuto anche un figlio nascosto. Edwards è stato assolto dai quattro capi di imputazione (finanziamento illecito alla sua campagna elettorale, corruzione, falsa testimonianza e uso illecito di denaro raccolto a scopo elettorale) perché la giuria non è riuscita a raggiungere il voto unanime. Nel 2010, ammise definitivamente di aver avuto una relazione extraconiugale ed anche la figlia.

Intanto, le intenzioni di The Donald sono chiarissime: “Se mi sparano, vinco la Casa Bianca”, ha detto in riferimento alla sua candidatura alle presidenziali del 2024. Ed ecco che il caso – almeno per i dem – rischia di rilanciare la corsa alle presidenziali dell’ex presidente repubblicano.

Matteo Milanesi, 23 marzo 2023