Esteri

Le 3 richieste di Zelensky all’Italia

La Meloni a Kiev per incontrare il presidente ucraino. La trattativa sui caccia e la ricostruzione

Esteri

Giorgia Meloni vola da Volodymyr Zelensky. Dopo il pasticciaccio di Francia e Germania, che avevano organizzato una cena a tre col presidente ucraino senza invitare l’Italia, il premier nostrano prende un aereo e raggiunge Kiev per rivendicare l’appoggio italiano all’Ucraina. Sul tavolo ci sono ovviamente faccende di geopolitica e rapporti internazionali, ma anche questioni pratiche come l’invio di caccia all’esercito giallo-blu o la ricostruzione post bellica. Temi spinosi, su cui Meloni ha deciso di mettere la faccia raggiungendo Zelensky nel suo bunker.

In occasione del viaggio del presidente del Consiglio, Zelensky ha rilasciato un’intervista a reti unificate (Repubblica, Corriere, Il Sole 24 Ore) per cercare di raggiungere più italiani possibile. In fondo i sondaggi dicono che il sostegno degli elettori verso Kiev si è un po’ raffreddato. L’invio di armi non è così apprezzato come altrove in Europa, leggasi Gran Bretagna. E poi negli ultimi mesi siamo passati dalle polemiche per la presenza di Zelensky a Sanremo (alla fine relegato a notte fonda con una lettera nelle mani di Amadeus) a quelle per le frasi di Silvio Berlusconi su “quel signore” che avrebbe “attaccato il Donbass”.

Nella sua intervista, Zelensky rivendica l’appoggio dimostrato dalla Meloni, ringrazia il Belpaese “sia per la difesa antiaerea che per le artiglierie” e si dice certo che prima o poi Kiev potrà entrare in Unione Europea. Ma ne approfitta anche per recapitare tre appelli all’Italia, quasi delle richieste, nella speranza che l’opinione pubblica possa capirle, apprezzarle e far sì che il governo possa sostenerle. Di cosa si tratta?

  1. Il sostegno dell’Ucraina (e la disinformazione russa). Zelensky nelle interviste dimostra di conoscere molto da vicino le vicende politiche italiane, addirittura nelle sfaccettature. Sa che gli elettori in parte tentennano sul prolungamento del conflitto, tanto che nell’intervista li rassicura con la promessa di un “conflitto breve”. È convinto che Meloni sia una leader “forte” in grado di tenere “uniti gli alleati”. Ma non lesina critiche e battute su Berlusconi (“Se gli piace la vodka possiamo regalargliela anche noi”). Il bastone e la carota. “Glielo dirò onestamente – dice il presidente ucraino – è molto importante per me non perdere il sostegno dell’Italia. Bisogna superare questo muro di disinformazione che la Russia ha costruito per molti anni”.
  2. Le armi. L’Ucraina ha bisogno di sistemi di difesa, oltre che di carri armati e di caccia. Il governo italiano, nonostante qualche mal di pancia interno, ha sempre votato per l’invio di armamenti all’Ucraina. Zelensky lo sa e ringrazia. Ma la speranza di Kiev è che questo flusso non si interrompa e che magari Roma possa favorire le trattative per l’invio di caccia da parte della Nato. Meloni non è contraria in linea di principio, ma deve mantenere un certo equilibrio rispetto agli alleati di governo e ad un’opinione pubblica non così concorde nel continuare ad armare Kiev. Il governo sarebbe disposto a inviare 5 aerei da combattimento, ma solo a patto di non essere l’unico e il primo a farlo tra i Paesi Nato. “Sono molto grato all’Italia per la scelta di mandarci armi sia per la difesa antiaerea che per le artiglierie, le decisioni di principio sono state prese – ha detto il presidente Ucraino – noi avevamo insistito particolarmente per avere armi e garantire la difesa delle nostre infrastrutture energetiche”.
  3. La ricostruzione. E arriviamo al capitolo ricostruzione. L’Italia intende giocare un ruolo di rilievo nella rinascita post bellica dell’Ucraina, ma la concorrenza con la Francia e la Germania è già ai massimi livelli. “Non avremo bisogno soltanto delle compagnie francesi, tedesche e italiane – è la tesi di Zelensky – Per ricostruire l’Ucraina sarà necessario il know how di tutto il mondo. Degli investimenti di tutto il mondo. Dell’interessamento di tutto il mondo. Certo la società italiana sostiene la nostra gente. Ma ora stiamo parlando di business”. Come coinvolgere allora le aziende italiane? “Noi vi invitiamo a venire qua e lavorare”. Con un’unica condizione, però: “Per noi – avverte Zelensky – resta tuttavia fondamentale la creazione di posti di lavoro per gli ucraini. Venite qua e ricostruiremo insieme l’Ucraina. Le aziende francesi e tedesche non sono sufficienti”.