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Le 6 malattie sociali aggravate dal virus - Seconda parte

Una visione ottimistica? Forse si, ma io penso che questa ondata di virus stia già recedendo anche senza i lockdown (lo sta facendo a Madrid, Bruxelles Parigi e in minore misura Londra) e quindi lo farà in modo ancora più rapido con il lockdown (su cui poi tra 12 mesi discuteremo come scelta saggia o meno), che l’immunità, almeno parziale, di gregge sia evidente (Bergamo, Brescia, Cremona, Pesaro ma anche nord est francese, East Coast Usa, Limburgo, alcune zone della Spagna  e molti altri luoghi dove il virus ha colpito moltissimo nella prima ondata) e soprattutto penso che la natura umana sia adattiva e che scopre rapidamente in modo sociale cosa sia utile alla sopravvivenza e al miglioramento della propria vita.

Il virus sotto questo aspetto ha accelerato fenomeni che avrebbero preso forse un decennio. Non era auspicabile per nulla, ma avendo pagato il dazio in modo durissimo (lo dico da bergamasco dove il dazio è stato il più pesante al mondo) forse è il caso adesso di raccogliere i benefici che il virus inconsapevolmente ci lascia.

In questo senso l’Italia, dove il danno della incompetenza, della burocrazia, del populismo e della mancanza di visione di lungo termine è stato il più grande nel mondo occidentale (leggasi per riferimento il durissimo e purtroppo verissimo pezzo dell’Economist di questa settimana) ha per contrappasso la più grande capacità di rimbalzo purché le risorse umane, di capitale e di innovazione che abbiamo prendano il sopravvento e siano in grado di selezionare una classe dirigente degna di questo nome.

Non è per nulla scontato e ci si scontrerà soprattutto con l’apparato del Pd conservatore schierato contro, ma anche con i nostalgici grillini (saranno pochi per fortuna), con il populismo di Salvini (diverso per fortuna dal pragmatismo dei leghisti) e forse con frange nazionaliste di FdI.

Ma da inguaribile ottimista io penso ci sia un’opzione esistente per un rinascimento italiano. Sta a noi selezionare le persone adatte per coglierla. Draghi, Bentivogli, Ichino, e molti molti altri eccellenti gestori di res pubblica sono italiani, così come nei secoli abbiamo sempre espresso il meglio del pensiero, dell’arte e della scienza.
Siamo orgogliosamente italiani e non dobbiamo rassegnarci alla decadenza per colpa di qualche modesto personaggio che ha preso la scena.
Non ce lo meritiamo collettivamente ma sta a noi evitarlo.

Giovanni Cagnoli, 4 novembre 2020

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