Bisogna essere oggettivi e riconoscere alla sinistra una grande capacità: quella di fregarsene della realtà dei fatti, creare una realtà immaginaria e farla passare per vera, mobilitare e fare scendere in piazza il proprio popolo su questa realtà frutto di una mistificazione. Che poi questo popolo sia sempre più minuto, in piazza – ieri a Firenze si contavano non più di diecimila persone a fronte di un impegno organizzativo nazionale non indifferente – ma soprattutto nelle urne; e che, in qualche modo, gli italiani abbiano capito il gioco; beh, questo alla sinistra poco importa.
L’importante è ritrovarsi come classi dirigenti e dare un’immagine, anch’essa falsa, di unità. Il fatto è che di temi unitari concreti fra le diverse forze e gruppi di potere, vere e proprie lobby non ce siano molti, anzi nessuno. O meglio, nessuno tranne l’immarcescibile antifascismo, come la manifestazione fiorentina ha per l’ennesima volta dimostrato. È per questo che episodi come quelli avvenuti davanti al liceo Michelangiolo qualche settimana fa sono manna dal cielo per i nostri, i quali, incuranti della loro irrilevanza, vi si gettano a capofitto per ingigantirli e mistificarli in funzione dell’ideologia, e più in generale per mettere in azione la loro collaudata “macchina propagandistica”.
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Proviamo a ricapitolare i passi che hanno portato alla manifestazione di ieri, prevedibile negli slogan, nelle parole d’ordine, nella faziosità, e anche nella tonalità illiberale ed essa sì “fascista” di alcuni interventi (l’ineffabile professor Montanari, nella sua veste addirittura di rettore, è arrivato ad affermare, citando il poco “raccomandabile” Don Milani, che, se in una classe di trenta ragazzi, ci tre fascisti dichiarati e ventisette apolitici, il risultato è che in quella classe sono tutti fascisti – sic!).
- il primo passo è stato quello di far apparire una rissa fra studenti minorenni (e abbastanza sciocchi e inconsapevoli oltreché violenti), le cui dinamiche fra l’altro non sono state ancora ben chiarite, un pestaggio e un attacco squadristico (per usare le parole pronunciate ieri da Elly Schlein senza tema del ridicolo).
- Il secondo passo è stato quello di nascondere che quella rissa era il diapason di una settimana in cui questi giovanotti fiorentini di diverse fazioni politicamente colorate se le erano date di santa ragione scambiandosi come avviene in questi casi il ruolo dell’aggressore e dell’aggredito.
- Importante è stato poi, con l’aiuto dei “giornali amici” che decidono a priori ciò che “fa notizia”, tenere ben nascosti nelle pagine interne – mentre montava l’indignazione artificialmente costruita – episodi altrettanto gravi che avevano nel frattempo luogo in altre città ma che non combaciavano con la narrazione “antifascista” (un esempio fra i tanti: proprio ieri è apparso davanti al liceo Carducci di Milano uno striscione con Meloni e Valditara a testa in giù).
- In quest’ottica si è anche nascosto, alla vigilia del corteo fiorentino, il rinvio a giudizio di otto studenti di sinistra (squadristi?) che, nel maggio dell’anno scorso, avevano aggredito a freddo a Bologna un gruppo di giovani di Fratelli d’Italia.
- Si è poi apostrofato il ministro Valditara, arrivando a chiederne le dimissioni, per avere espresso critiche ad una preside che aveva scritto una lettera ai suoi studenti (quindi nel pieno esercizio delle sue funzioni istituzionali) in cui, dopo una giusta condanna della violenza, si sbracava in non velate accuse di fascismo al governo in carica toccando temi come l’immigrazione che non c’entravano un bel nulla.
- Si è quindi fatto di questa professoressa di Firenze una eroina (la sinistra ha sempre bisogno di eroi, che poi spesso – vedi Souhamoro – si rivelano di cartapesta).
- Si è accusato il governo non solo di essere insensibile ma anche nel fondo fascista. Il che farà rivoltare nella tomba chi il fascismo lo ha conosciuto davvero e tutti coloro che sanno cosa significa combattere un regime autoritario nella realtà e non nella finzione.
Una vera fiction sono queste rappresentazioni teatrali che la sinistra mette periodicamente in campo e che raggiungeranno quest’anno il punto di massima il 25 aprile. Contribuendo a screditare ulteriormente quella che dovrebbe essere, secondo gli ingenui, una festa di tutti gli italiani.
Corrado Ocone, 5 marzo 2023