Politica

Le aberrazioni di Landini meritano una pernacchia

Il segretario della Cgil insiste con la “rivolta sociale” e con le sue proposte economiche deliranti. Il Pd dovrebbe scaricarlo

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Maurizio Landini, ospite de L’Aria Che Tira, programma condotto su La7 da David Parenzo, è stato autore di un intervento a dir poco imbarazzante. Un fiume in piena di tesi e proposte deliranti, oltre che di invettive gratuite nei riguardi del governo di destra, che con la complessa realtà del nostro Paese non hanno nulla a che vedere.

In estrema sintesi, la sua idea per rimettere a posto le cose, tacitando la presunta rabbia di milioni di persone che a suo dire si troverebbero ben oltre i limiti della sopravvivenza, sarebbe quella di spendere e spandere in ogni settore come se non vi fosse un domani, senza evidentemente curarsi delle estremamente precarie condizioni della finanza pubblica, alle prese con un debito pubblico colossale e con un disavanzo ancora eccessivo che ne mette seriamente a rischio la sostenibilità.

Ovviamente per questo irrompente fenomeno del bolscevismo italiota i problemi di bilancio semplicemente non esistono. Per lui Pantalone, alias ignoto contribuente da spremere, è sempre pronto a farsi salassare e chi ci presta i quattrini sarà disposto a farlo a qualsiasi livello di indebitamento.

Ma è sul tema caldo della rivolta sociale, evocata in questi giorni dal capo della Cgil, che il nostro ha dato il meglio di sé. Rispondendo ad una precisa domanda postagli dal conduttore, Landini ha addirittura rilanciato la sua quasi eversiva dichiarazione, accusando l’attuale maggioranza di centrodestra di non avere una idea chiara su ciò che sia la democrazia. Non l’avrebbe perché, testualmente, “questo governo in Parlamento vuole far diventare legge un decreto, che chiama Sicurezza, che fa diventare reato il fatto che uno si mobiliti. Sta facendo diventare reato i blocchi stradali, le mobilitazioni e le occupazioni.”

In pratica, sempre secondo il bolscevico del sindacato, queste limitazioni ragionevoli e finalizzate kantianamente a preservare l’altrui libertà, compresa la proprietà, che per Landini è un furto, metterebbero in serio pericolo le libertà democratiche del popolo italiano.

Ora, mi sembra evidente che un personaggio che esprime con questa disarmante facilità simili aberrazioni del diritto in uno Stato liberale, rilanciando con altre parole l’antico slogan maoista “ribellarsi è giusto” a prescindere, non possa rappresentare un valido interlocutore anche per i partiti che in questo momento lo fiancheggiano.

Un personaggio che, forse per pura ignoranza, confonde il dissenso e la protesta democratica, espressa in tutte le forme garantite dalla Costituzione, con il concetto aberrante della rivolta sociale.

Claudio Romiti, 8 novembre 2024

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