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Le balle dei giornali sul vaccino inglese

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Ho trovato sempre un po’ ridicola la stigmatizzazione fatta dagli organi di stampa progressisti delle cosiddette fake news, cioè di quel contraltare della “verità” che si accompagna necessariamente ad essa almeno dal tempo di Socrate e dei sofisti. Come si potrebbe mai parlare di una “verità” se non come la continua e argomentata distinzione di essa dalle “false verità”? L’esercizio della ragione critica non è altro che questo e ininterrotto processo. Ma ancor più ridicola tale stigmatizzazione è nell’epoca odierna (“l’epoca dell’immagine del mondo”, direbbe il filosofo), quando le “falsità” non sono solo a valle ma anche a monte, per così dire: cioè nella “costruzione” delle notizie attraverso i titoli (a cui almeno 9 lettori su 10 si fermano) e l’impaginazione (che significa anche evidenziare le notizie gradite e occultare quelle che non lo sono) dei giornali stessi, in primis proprio di quelli progressisti.

In queste ore ne abbiamo avuto l’ennesima conferma: prendo come riferimento il sito di Repubblica, ma il discorso è generalizzabile a quasi tutti quelli dell’area di sinistra (cioè la stragrande maggioranza). Per buona parte della giornata di ieri, il sito del giornale fondato da Eugenio Scalfari “sparava” (è proprio il caso di dire) in apertura una notizia con questo titolo: Due reazioni allergiche tra i primi vaccinati in Gran Bretagna. Il tutto era confezionato in modo così allarmistico, e compiaciuto insieme, che sulle prime (e non credo di essere stato il solo) avevo letto “due” come “dure”. In verità, leggendo l’articolo, che era un’onesta cronaca di agenzia, si apprendeva o deduceva che:

1. I due pazienti soffrivano da tempo di allergie tali che, come sicuramente sapevano, era consigliabile per loro evitare quando possibile l’assunzione di qualsiasi tipo di medicinale;

2. Sul foglio illustrativo del vaccino anti Covid di Pfizer-BioNTech, così come su quello di tutti i medicinali, è scritto che esso può causare allergie e che perciò non va somministrato o somministrato con molto cautela a chi ne soffre di una;

3. Nonostante ciò, l’agenzia britannica del farmaco ha voluto “essere estremamente trasparente e scrupolosa” e, con un comunicato ufficiale, ha consigliato a chi ha sofferto in passato di “allergie significative” di non vaccinarsi in via cautelativa (non mettendo forse in conto che in questo modo avrebbe scatenato gli “avvoltoi” mediatici);

4. Due reazioni su centinaia di vaccinati sono una percentuale irrisoria, meno che fisiologica

5. In ogni caso, i due malcapitati stanno bene: non hanno avuto una forte reazione e “sono già sulla via del recupero”.

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