Guerra in Medio Oriente

Le cheerleader di Hamas: “studenti idioti” che lodano chi sgozza gli ebrei

La schizofrenia nei campus Usa: chiedono “spazi sicuri” per gli indifesi (gender, queer, Lgbt, neri), ma odiano gli israeliani

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campus usa pro hamas

Le università americane sono state teatro di diverse manifestazioni pro-Hamas, una situazione che ha suscitato preoccupazioni in merito all’incremento della tensione interrazziale e antisemitismo in questi istituzioni. Dimostrazioni a favore di Hamas sono scoppiate ad Harvard, Columbia, Stanford, University of Pennsylvania, e in altre scuole meno note come Binghamton e Hunter College, tutte impegnate a glorificare la strage nel sud di Israele. Proteste, tuttavia, che sembrano in netto contrasto con l’ossessione delle università Usa per le microaggressioni e che chiedono a gran voce “spazi sicuri” per i cosiddetti gruppi indifesi.

Thane Rosenbaum, scrittore, saggista e professore di diritto alla Touro University, su jewishjournal.com fa un’analisi perfetta e dettagliata di questa strano fenomeno. Partiamo da un dato particolarmente allarmante: ad Harvard, più di 30 gruppi studenteschi hanno attribuito la colpa a Israele per l’assassinio della propria popolazione. Questi studenti universitari hanno concluso che la colpa non è di Hamas, che ha decapitato soldati, bruciato neonati e violentato ragazze accanto ai cadaveri dei loro amici e familiari, ma di Israele. “Dopo tutto – scrive ironico Rosenbaum – Israele avrebbe potuto evitare la carneficina del 7 ottobre se avesse semplicemente consentito ai quasi due decenni di terrorismo di Hamas di raggiungere gli obiettivi prefissati. Difendendosi abilmente per così tanto tempo, Israele ha finalmente ottenuto ciò che si aspettava”.

Il ragionamento dell’autore fila. Come è possibile che nelle Università Usa, dove tutte le minoranze sono accolte e accettate, non vi sia spazio solo ed esclusivamente per gli israeliti? Nelle assemblee studentesche la realtà viene costantemente ribaltata: “Gli ebrei sono tra i sempre colpevoli mentre i terroristi sono combattenti per la libertà; I bambini israeliani sono soldati dell’IDF; l’autodifesa è pulizia etnica”. Una mistificazione totale, come in fondo avviene tutti i giorni da quanto la woke culture e il politicamente corretto hanno ucciso la libertà di parola e di pensiero critico. “Leggere, scrivere e far di conto sono la scuola di ieri – dice Rosenbaum – Oggi abbiamo studi queer, letteratura indigena e il razzismo palese che i teorici critici della razza hanno scoperto nel calcolo infinitesimale. Cosa ci si può aspettare dagli studenti con tali deficit nelle conoscenze generali e nel ragionamento? E soprattutto, incline alla propaganda e alla negazione”.

Rosenbaum ci va giù duro. Definisce quella degli attuali studenti una “generazione di idioti” dai radicati “sentimenti antisemiti”, che però spacciano le loro convinzioni per “difesa dei diritti umani”. La verità è che “i manifestanti anti-israeliani con la bava alla bocca si schierano dalla parte dei selvaggi in una rivoltante celebrazione dell’Olocausto 2.0″. Anche Black Lives Matter ha elogiato i terroristi che col parapendio sono andati a sgozzare i civili nei kibbutz. Eppure, scrive l’autore, “la maggior parte delle oscenità urlate contro gli ebrei non riescono a trovare Israele su una mappa. Nessuno sa che gli stivali ebraici non hanno lasciato una sola impronta a Gaza dal 2005. Ciò cambierà questa settimana. Quelli che tengono i manifesti ‘Occupazione’ non sanno che l’Egitto ha controllato Gaza dal 1948 al 1967. A quanto pare, quando gli arabi occupano la terra non si tratta mai di una ‘occupazione’. Allo stesso modo, quando gli arabi uccidono altri arabi (500.000 in Siria), non si tratta mai di ‘genocidio’. Quando gli ebrei sono costretti a farlo – anche per difendere la nazione, anche quando ciò li lascia nell’angoscia – è un crimine di guerra”. La verità è che gran parte degli studenti Usa non sa neppure di che parla quando sbraita di “Israele colonialista” (“era in Terra Santa prima che l’islam nascesse”) o accusa Tel Aviv di praticare l’apartheid (“i musulmani non sono una razza e prestano servizio nella Corte Suprema”). Sono “sottoposti a lavaggio del cervello” da alcuni professori, certo, ma “il fatto che questi ragazzi siano stati ammessi a scuola è una meraviglia”. 

Franco Lodige, 20 ottobre 2023

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