Esteri

Le drammatiche conseguenze della crisi del grano

Polonia, Ungheria e Bulgaria bloccano l’importazione di grano ucraino. Oggi il primo accordo tra Kiev e Varsavia. Cosa rischia l’Italia?

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“La Russia sta nuovamente bloccando 50 navi nel Mar Nero con a bordo grano urgentemente necessario. L’Ue sostiene gli sforzi delle Nazioni Unite e continuerà a facilitare le esportazioni attraverso le sue corsie preferenziali, che hanno portato 25 miliardi di tonnellate di grano nel mondo”. Così nei giorni scorsi l’Alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrel, ha raccontato la difficile situazione sul grano ucraino, ricordando che “le conseguenze della guerra in Ucraina riguardano tutti noi” e che “il G7 resta unito nel nostro sostegno all’ordine basato sulle regole e nell’ambizione di lavorare a stretto contatto con i nostri partner in tutto il mondo a questo scopo”.

Quali saranno i risvolti della guerra sul grano?

Innanzitutto partiamo dall’annuncio della Polonia e dell’Ungheria di vietare l’ingresso del grano e dei prodotti agricoli ucraini, azione che non è piaciuta all’Ue. Il monito di Bruxelles è chiaro: “Azioni unilaterali non sono accettabili”. A causa di una certa carenza di camion e treni merci, alla fine parte del grano rimane nei territori europei, facendo precipitare il prezzo. Da qui le proteste di migliaia di agricoltori e piccoli imprenditori, dalla Polonia alla Bulgaria. Ad agire per prima è stata la Polonia che, pur ribadendo la stretta alleanza con Kiev, ha deciso di vietare temporaneamente l’import di grano. Subito dopo è stata Budapest ad annunciare che sarà bloccato l’ingresso “del grano e diversi altri prodotti agricoli ucraini fino al 30 giugno”. La Bulgaria ha dichiarato di valutare le medesime restrizioni: “Gli interessi dei cittadini devono essere tutelati”.

Oggi Polonia e Ucraina hanno trovato un accordo in merito, come annunciato dal combattivo ministro dell’Agricoltura polacco, Robert Telus. “Siamo riusciti a mettere in atto meccanismi che assicureranno che in Polonia non rimanga una sola tonnellata di grano, che le merci passino attraverso la Polonia“, ha spiegato Telus. In sostanza: le merci ucraino passeranno attraverso il territorio polacco ma non potranno sostare né entrare nel mercato interno, così da non abbatterne il prezzo.

Cosa rischia l’Italia?

A causa della guerra e dell’applicazione a singhiozzo dell’accordo tra Kiev e Mosca sull’export di grano dal Mar Nero, per il principale prodotto delle campagne ucraine l’accesso all’Europa orientale è forzato. Dai Paesi Ue il grano dovrebbe poi essere inviato in Medio Oriente e Africa, cosa che avviene con difficoltà. Il pericolo per l’Italia in questo contesto è il rischio di una possibile “detonazione dell’Africa” e l’aumento dell’immigrazione nel nostro Paese a motivo della scarsità di risorse in Africa. Secondo i dati della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad), il continente ha infatti importato grano da Russia e Ucraina per un valore di 5,1 miliardi di dollari tra il 2018 e il 2020, con la Russia che si conferma come il principale esportatore di grano in Africa e l’Ucraina che si piazza al quinto posto. In particolare, almeno 25 paesi africani importano un terzo del loro grano da Russia e Ucraina, mentre 15 di loro ne importano più della metà. Sin dall’inizio del conflitto uno degli “effetti farfalla” che spaventano l’Africa riguarda la sicurezza alimentare. Molte persone potrebbero rischiare la fame e quindi cercare rifugio ed accoglienza in Italia che dovrà essere pronta a gestire la complessa situazione internazionale.

Carlo Toto, 18 aprile 2023