Vasco Rossi passa così nella fase in cui la ribellione non viene più raccontata, ma ricordata. Da rockstar a sockstar, divo in calzini e pantofole che ha ancora voglia di giocare, ma in fondo sa di essere un bambinone incapace di crescere. La provocazione si sposta, coerentemente, dalla droga a una più o meno confessata pedofilia; ma mentre la rockstar drogata portava fino in fondo la sua sfida al ceto medio, il problema del vecchio sporcaccione che guarda le ragazzine in tv è di non essere riuscito a crescere neanche dal punto di vista musicale. E ciò è comprensibile, visto che non ha mai nascosto la sua totale mancanza di studio e di tecnica: caratteristica utile per rivendicare la genuinità dell’ispirazione.
C’è chi ha avuto i Mick Jagger, i Jim Morrison, i Jimi Hendrix. A noi è toccato Vasco Rossi, e questo dovrebbe dirla lunga sui nostri rapporti con l’Impero. L’italian dream, come versione ulteriormente degradata del già ammuffito sogno americano, evidentemente prevedeva proprio questo: che un qualsiasi signor Rossi scoprisse che da noi il posto della rockstar era libero libero, e semplicemente fosse il primo a prenderselo.
Gian Paolo Serino, 7 giugno 2019