Notate come parli della “democrazia”, come parli di *bottino*, e così via.
Davide V8
29 Marzo 2023, 23:28 23:28
Concetto molto importante. Personalmente, non perdo occasione di parlare male delle privatizzazioni sbagliate che vendono monopoli ai privati, ricordando che conta la competizione e non l’etichetta privato-pubblico. Recentemente ho espresso seri dubbi sulla privatizzazione della distribuzione dell’acqua, ad esempio.
Ricossa diventato libertario mi sembra “naturale” per chiunque sia dotato di cervello e sia partito, quando ancora aveva senso, da posizioni liberali. E’ naturale evoluzione, naturale step successivo.
Sbagliano gli pseudo libertari fanatici che non capiscono tale dinamica e non contestualizzano il passato.
Flavio Pantarotto
29 Marzo 2023, 20:51 20:51
“Molte privatizzazioni sono poi false privatizzazioni. L’ex Unione Sovietica ne è piena. E anche l’Italia ne è piena.”
L’ex Unione Sovietica è piena di socialisti e di oligarchi.
E anche l’Italia ne è piena.
–
Quando l’appartenenza ad uno Stato-Nazione non è sentita,
anzi si vede lo Stato come un nemico da tenere il più possibile lontano,
fa comodo essere socialisti, deresponsabilizza.
E crea oligarchi locali o di settore coi quali agire in complicità,
alla faccia dello Stato ed a spese dei Contribuenti. Mafia.
–
Essere liberali porta a rinnegare certi vantaggi, certe scorciatoie.
Chi ce lo fa fare?
Fabry
29 Marzo 2023, 16:24 16:24
Come sempre Lei (ri)propone perle. Ma perchè non si corra il rischio dei famosi confetti offerti alle mukke, occorrerebbe creare cultura sulla base di questa visone economica. Perchè, ad oggi, la cultura, il cui valore è stato ed è sottostimato, al punto che qualche anno fa si sconsigliava di perderci tempo in favore di formazioni “tecniche”, e oggi è appannaggio di un gruppetto di saltimbanchi sedicenti “intellettuali” o peggio “opinionisti”, tutti estrusi dal medesimo stampo ….La cultura è la chiave per formare persone in grado di capire e applicare i concetti di cui sopra. Oppure avremo sempre “La Sapienza” come termine di paragone.
Un privato anno dopo anno ha bisogno di aumentare i profitti, ma voi siete così ricchi da potervelo permettere ?
Infatti e’ proprio quello ke ho sempre pensato! In italia di privato nn c’e’ proprio un accidente!
Un pezzo di “Da liberale a libertario”, articolo originariamente uscito sul Giornale (nel ’99):
https://www.movimentolibertario.com/2016/03/sergio-ricossa-da-liberale-a-libertario/
Notate come parli della “democrazia”, come parli di *bottino*, e così via.
Concetto molto importante. Personalmente, non perdo occasione di parlare male delle privatizzazioni sbagliate che vendono monopoli ai privati, ricordando che conta la competizione e non l’etichetta privato-pubblico. Recentemente ho espresso seri dubbi sulla privatizzazione della distribuzione dell’acqua, ad esempio.
Ricossa diventato libertario mi sembra “naturale” per chiunque sia dotato di cervello e sia partito, quando ancora aveva senso, da posizioni liberali. E’ naturale evoluzione, naturale step successivo.
Sbagliano gli pseudo libertari fanatici che non capiscono tale dinamica e non contestualizzano il passato.
“Molte privatizzazioni sono poi false privatizzazioni. L’ex Unione Sovietica ne è piena. E anche l’Italia ne è piena.”
L’ex Unione Sovietica è piena di socialisti e di oligarchi.
E anche l’Italia ne è piena.
–
Quando l’appartenenza ad uno Stato-Nazione non è sentita,
anzi si vede lo Stato come un nemico da tenere il più possibile lontano,
fa comodo essere socialisti, deresponsabilizza.
E crea oligarchi locali o di settore coi quali agire in complicità,
alla faccia dello Stato ed a spese dei Contribuenti. Mafia.
–
Essere liberali porta a rinnegare certi vantaggi, certe scorciatoie.
Chi ce lo fa fare?
Come sempre Lei (ri)propone perle. Ma perchè non si corra il rischio dei famosi confetti offerti alle mukke, occorrerebbe creare cultura sulla base di questa visone economica. Perchè, ad oggi, la cultura, il cui valore è stato ed è sottostimato, al punto che qualche anno fa si sconsigliava di perderci tempo in favore di formazioni “tecniche”, e oggi è appannaggio di un gruppetto di saltimbanchi sedicenti “intellettuali” o peggio “opinionisti”, tutti estrusi dal medesimo stampo ….La cultura è la chiave per formare persone in grado di capire e applicare i concetti di cui sopra. Oppure avremo sempre “La Sapienza” come termine di paragone.