Le poche certezze sul naufragio del Bayesian cominciano a cadere, piano piano. Come è affondata la nave di Mike Lynch, il magnate britannico morto insieme alla figlia Hannah e ad altre cinque persone di fronte a Porticello? Tutta colpa del meteo, di una tempesta improvvisa? Oppure l’equipaggio, che si è salvato, fatta eccezione per il cuoco di bordo, ha commesso qualche errore? Una testimonianza esclusiva raccolta da Quarta Repubblica e alcune fotografie mai viste prima mettono in dubbio le ipotesi sin qui circolate.
Le indagini della procura
La procura di Termini Imerese indaga nel più ristretto riserbo. E lo fa dopo aver interrogato i superstiti del naufragio, iscritto nel registro degli indagati tre membri dell’equipaggio (il comandante James Cutfield, il marinaio Matthew Griffiths e l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton) poi ripartiti a bordo di jet privati. Fino ad ora, forse complici anche le dichiarazioni del Ceo della società proprietaria dell’azienda che ha costruito la barca, dopo aver escluso come causa la rottura dell’albero maestro, il dito era puntato contro il possibile portellone di poppa rimasto aperto che avrebbe permesso all’acqua di entrare, riempire due compartimenti del mezzo e dunque farlo colare a picco. La nave “inaffondabile”, secondo i costruttori, è affondata. Ma come?
Il racconto degli indagati
Stando alle dichiarazioni dei tre indagati rese agli inquirenti, la colpa sarebbe da imputare alla tempesta improvvisa che si è abbattuta di fronte a Palermo. Certo: il bollettino meteo aveva previsto il tempo brutto, anche se forse non di questa portata. Fatto sta che il Bayesian si è trovato “all’improvviso” nel bel mezzo di una bufera. Torniamo a quella notte del 19 agosto, quando sulla nave la situazione sembra tranquilla. All’improvviso qualcosa cambia. “È venuto a svegliarmi il marinaio Griffiths dicendomi che c’erano 20 nodi di vento – dirà il comandante ai pm – Ho guardato gli strumenti ed effettivamente era così. Sono uscito subito e ho chiesto di avvisare tutti perché la situazione non mi piaceva…”. Allarme, ma non panico. Tanto che gran parte degli ospiti restano nelle loro cabine, dove troveranno la morte. All’improvviso, dice Cutfield, la barca si inclina di 45 gradi e i marinai vengono sbalzati in mare. Griffiths la racconta così: “Siamo risaliti in qualche modo sulla plancia e abbiamo cercato di fare una catena umana per salvare chi riusciva ad arrivare a quel varco dal ponte alloggi”. Una cosa è certa, assicura l’equipaggio: tutti i portelloni erano chiusi, fatta eccezione forse per un accesso alla sala macchine che, però, non dovrebbe compromettere la stabilità dell’imbarcazione.
Le foto mai viste del Bayesian
Una ricostruzione confermata ora anche dal comandante dell’altra nave, la Sir Robert Baden Powell, che era ormeggiata a circa 200 metri dal Bayesian e che non ha subito alcun danno. Quarta Repubblica lo ha intervistato e ha potuto mostrare alcune delle fotografie realizzate dagli ospiti dell’imbarcazione nella sera precedente e pochi minuti prima della tempesta. Dalle immagini si vede chiaramente che tutti i portelloni, sia quello di poppa che quelli laterali, erano chiusi. Uno scatto delle 21.55 mostra che le luci a bordo sono accese. Un altro delle alle 22.05 che il Bayesian ha i portelloni chiusi. E un altro ancora, a pochi minuti dalla tragedia, alle 3.52 di notte, fa vedere la burrasca in arrivo. “Avevamo cenato a terra e stavamo tornando sulla barca – ha spiegato il comandante della Baden Powell – Abbiamo fatto un giro intorno al Bayesian perché gli ospiti volevano vederlo da vicino ed era tutto chiuso. Non so come quella nave si possa rovesciare per il tempo, non conosco i calcoli. Ma il fatto è che si è rovesciata. Credo che la stabilità di quella nave sia fino a 75gradi, ma è andata giù completamente. Le indagini diranno quello che è successo, ma noi abbiamo visto nelle foto che i portelloni nella barca erano chiusi”.
Una domanda però sorge spontanea: come è possibile che due navi a distanza di soli 200 metri possano aver reagito in maniera così diversa alla stessa, per quanto improvvisa, tempesta? Il comandante della Baden Powell a Quarta Repubblica ha spiegato che quella sera, dopo essere rientrati dalla terraferma, hanno “controllato il radar” e hanno visto “che la tempesta si avvicinava”, quindi “ci siamo preparati e abbiamo acceso il motore”. Come mai il Bayesian non ha reagito allo stesso modo? Un video, scovato sempre dalla redazione di QR e mai pubblicato prima, può dare alcune indicazioni. A registrarlo sarebbe stato Matthew Griffiths, il marinaio di guardia quella sera. Poco prima della tragedia sul suo canale social appare un video della burrasca: lampi e tuoni, condivisi online con sotto la musica degli ACDC, come se il marinaio -almeno in quel momento- non si rendesse conto della gravità di quello che stava per accadere. Non appena la redazione ha provato a contattarlo, il profilo è stato reso privato.