Il caso Cecchettin è un stortura mostruosa, l’ennesima, del nostro sistema giudiziario. Dovete sapere che il padre dell’assassino, quando si presenta in carcere, trova il figlio che fino a quel momento era addirittura guardato a vista perché si rischiava il suicidio di questo ragazzo che aveva appena commesso il più tremendo omicidio. I genitori parlano con lui e gli dicono: “Non sei un mafioso, ce ne sono tanti di femminicidi in Italia”. Dicono quello che un padre, ancora scioccato dal dolore di quello che è successo, direbbe ad un ragazzo che rischia di ammazzarsi da un momento all’altro.
Che cos’altro doveva dire il padre? Il padre è disperato, quasi più del figlio, e nel momento in cui lo va a trovare da solo in carcere cerca di fare di tutto per salvargli la vita dal possibile suicidio. Immaginate solamente il dore del padre che parla col figlio assassino, che minaccia di uccidersi. È fuori da ogni giudizio quello che il padre gli dice nel segreto di un colloquio in carcere.
Ebbene, questo colloquio è stato intercettato, e questo tutto sommato ci sta perché ci sono le micro-spie nei carceri. Quello che invece non è tollerabile è che le intercettazioni vengano pubblicate sui giornali. Questa è una cosa che fa schifo.
Persino Michele Serra è disgustato. Del Debbio dice che è una cosa schifosa. Ma questo non basta: in un paese civile, il magistrato, il cancelliere, il PM, la guardia giurata, o chiunque abbia diffuso quelle intercettazioni, deve essere licenziato perché è una merda.
Quello che ha diffuso queste intercettazioni, che non hanno nessun valore, ma che rappresentano solamente il dolore di un padre, deve essere individuato e licenziato. Sì, perché sbattere sui giornali tutto questo aveva uno scopo ben preciso non fine a se stesso.
Bene, chiunque sia stato deve essere licenziato in tronco. E se i ministri Nordio e Piantedosi non riescono a individuarlo, è un problema loro. Io come agricoltore devo individuare anche il nocciolo d’oliva che va a finire nel mio olio, è bene e doveroso che loro abbiano la stessa cura nell’individuare il responsabile. Si deve aprire un’indagine, non perché la cosa sia grave in sé, ma perché è grave il principio mortale di questa vicenda.
Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 28 luglio 2024