Cultura, tv e spettacoli

Le libertà negate

Il nuovo libro di Davide Rossi ci aiuta a capire l’importanza della libertà individuale

© Chaowalit466 tramite Canva.com

Da vari punti di vista il biennio pandemico ha rappresentato un momento unico. Non soltanto nel corso della propria vita quasi nessuno di noi aveva prima sperimentato una tale compressione delle libertà fondamentali, ma oltre a ciò è stato proprio di fronte all’adozione di politiche cinesi che s’è potuto scoprire chi era davvero disposto a opporsi al totalitarismo soft che sta avanzando giorno dopo giorno, anche se una scelta di questo tipo può comportare costi e sofferenze, e chi invece era pronto ad accettare il nuovo ordine per conformismo e/o quieto vivere.

Davide Rossi appartiene al piccolo gruppo di quanti hanno preferito dissentire invece che piegare il capo. Con un passato da amministratore locale e con forti convincimenti libertari, egli ha visto nelle scelte politiche adottate dall’Italia e da altre realtà occidentali una minaccia fondamentale alla nostra libertà: qualcosa che andava denunciato e contro la quale era necessario battersi. In quella fase ha scritto anche un libro, che ha avuto larga diffusione negli ambienti della variegata opposizione al fascismo di fatto dei governi Conte e Draghi: un testo che gli è costato anche una denuncia da parte dell’allora ministro Speranza, evidentemente persuaso che alla forza degli argomenti si debba replicare con l’argomento della forza.

Ora Rossi ha pubblicato un altro testo, che stavolta non intende denunciare l’esistente, ma invece si propone di illustrare – a quanti avvertono il carattere oppressivo delle istituzioni contemporanee – come sia e doveroso possibile cercare un’altra via: che ci porti a convivere più umanamente, nel rispetto reciproco, entro ordini retti dal diritto, sulla base di regole che non violino la libertà ma si propongano di tutelarla.

Attivo e dinamico, impegnato in una vasta opera di promozione delle idee che lo porta a confrontarsi anche con persone lontanissime dalle tesi libertari, Rossi in questo suo ultimo testo (Le vie della libertà. Come uscire dal sistema che ci opprime, edito da Arianna editrice) cerca di prendere per mano un lettore che non sappia nulla di Locke oppure di Rothbard, di Bastiat oppure di Mises, ma abbia compreso come le socialdemocrazie postmarxiste del nostro tempo siano in qualche modo trappole (quasi) perfette: poiché rappresentano la possibilità per il potere di dilatarsi in maniera illimitata nel nome, però, di una protezione della società e soprattutto dei più deboli.

Il volume affronta questioni molto differenti: dalla difesa del denaro contante all’illustrazione dei progetti di “città privata”, dalla critica dei processi di centralizzazione europea all’analisi del rapporto tra politica ed economia, e via dicendo. Il linguaggio è semplice e accattivante; lo sforzo è quello d’invitare ognuno (qualche che sia la sua sensibilità) a cogliere l’importanza della libertà individuale quale base per immaginare il futuro, difendere le tradizioni, costruire comunità, crescere in maniera responsabile, evitare un processo di decivilizzazione.

Leggendo il volume è facile cogliere come Rossi, confrontandosi in questi anni con persone di ogni tipo e cultura, abbia appresso la non facile arte di saper presentare con semplicità ed efficacia le tesi fondamentali del libertarismo, evitando che l’interlocutore abbassi la saracinesca e si sottragga a ogni sollecitazione. Ecco perché Le vie della libertà è un testo da leggere e anche da regalare. Chi ha un parente o un amico che non ha mai compreso il senso autentico di un liberalismo autentico e coerente (perché non hai avuto la fortuna di uscire dalle gabbia mentali costruire in cinque secoli di statualità…) acquisti questo libro e glielo regali. È possibile che qualcosa succeda.

Carlo Lottieri, 22 settembre 2024

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