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Cosa bolle nella pentola di Matteo Renzi

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Dopo dodici lunghi giorni Silvio Berlusconi ha lasciato il reparto di terapia intensiva del San Raffaele per essere trasferito in un reparto di degenza ordinaria. A rendere possibile il trasferimento è stato il costante miglioramento del quadro clinico del Cavaliere, come sottolineato dal bollettino firmato da Alberto Zangrillo, medico di fiducia del presidente. E questa è senza dubbio una bella notizia. Le sue precarie condizioni di salute, unitamente all’età avanzata, lasciano tuttavia alcuni interrogativi sul futuro dell’attività politica attiva di Silvio Berlusconi. E questa non è affatto una bella notizia.

Si, perché quello che in tanti, anche tra i suoi più accaniti sostenitori, rimproverano da tempo al Cavaliere, è di non avere preparato la strada ad un vero e proprio erede politico, lasciando di fatto la sua Forza Italia in subbuglio, tra chi guarda a destra (Lega o FdI) e chi invece al centro (Terzo polo o quel che ne rimane).

A proposito di centro, e di subbuglio. Continuano a volare gli stracci tra i due leader centristi Renzi e Calenda, le cui strade sembrano ormai allontanarsi sempre più. Così come l’idea di un partito unico di centro nato dalla fusione tra Azione e Italia Viva. Troppo profonda la frattura tra i due ex dem per poter essere ricomposta. Niente partito unico, dunque, e situazione di stallo, con un Matteo Renzi sempre più lontano da Carlo Calenda e con lo sguardo ormai rivolto altrove. Dove? Proprio verso quella Forza Italia che necessiterebbe, e non poco, di un leader carismatico in grado di garantire la sopravvivenza al partito e una degna successione al Cavaliere.

Ebbene si. Potrebbe essere proprio questo il nuovo obiettivo di Matteo Renzi: mettere le mani su Forza Italia con l’intento di ricostruire un soggetto politico in grado di accogliere l’elettorato moderato, riformista, liberale e cattolico. Un progetto senza dubbio ambizioso, che potrebbe magari incontrare il favore del Cavaliere. Ambizioso e necessario. Tanto per Renzi, che dopo aver rotto con Calenda si ritrova alla guida di un partito che fatica a raggiungere il 2%, quanto per Forza Italia, che con un Berlusconi sempre più lontano dalla scena politica avverte il disperato bisogno di un leader che possa raccoglierne il testimone.

Orbene, dinnanzi a tali reciproche necessità, e in presenza di spazi sempre più ampi da poter occupare al centro, gli interessi di Berlusconi e Renzi potrebbero convergere in un nuovo fronte moderato e riformista alternativo all’asse di destra (FdI-Lega) e a quello di sinistra (Pd-M5s). Il tutto, con buona pace di quel Carlo Calenda che a forza di star sereno si ritroverebbe di colpo col cerino in mano.

Salvatore Di Bartolo, 17 aprile 2023