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Le Ong sfidano il governo: vogliono fare di testa loro

La nave Geo Barents sfida il decreto Ong del governo Meloni e compie tre operazioni di salvataggio consecutive

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Introdotto il nuovo decreto, le Ong già cominciano a sfidare il governo italiano. E questa volta è il caso della Geo Barents, la nave della Msf che – anziché di recarsi verso il porto assegnato di La Spezia dopo il primo salvataggio – ha deciso di procedere al compimento di tre operazioni di soccorso. Un’attività che, secondo Medici Senza Frontiere, risulterebbe essere “in conformità con il diritto internazionale marittimo”, ma che il governo Meloni si è riservato di valutare dopo l’arrivo della nave nel porto assegnato.

Innanzitutto la cronaca. In principio la Geo Barents aveva recuperato 69 persone su un gommone. Ricevuta l’indicazione di dirigersi verso Nord per raggiungere La Spezia, ha però proceduto al salvataggio di altre due imbarcazioni per arrivare ad un complessivo di 237 migranti dopo tre operazioni. Una condotta dissuasiva di quanto disposto nel decreto dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il quale ha introdotto l’obbligo per le Ong di recarsi al porto sicuro assegnato “senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso”.

Per approfondire:

La finalità del governo Meloni secondo alcuni sarebbe quella di disincentivare l’attività delle organizzazioni non governative nel Mediterraneo, obbligandole ad un costante “avanti e indietro” e aumentando così inesorabilmente i loro costi. Ma soprattutto impedisce loro di stazionare per giorni di fronte alle coste della Libia, realizzare numerose operazioni di soccorso consecutive e, una volta in overbooking, denunciare difficili condizioni a bordo e chiedere lo sbarco nel porto più vicino. Il governo, proprio per eliminare questo escamotage, ha introdotto l’obbligo di giungere al porto assegnato dopo un solo salvataggio. Imposizione che, però, non pare essere stata recepita dalle organizzazioni non governative.

Dopo aver ricevuto il porto di La Spezia, la Geo Barents si è inizialmente diretta verso nord, ma poi “il nostro team ha ricevuto un ‘alert distress’ da Alarm phone” riguardo una imbarcazione in difficoltà. “Secondo il diritto internazionale, fornire assistenza alle persone in pericolo in mare è un obbligo legale”, spiega la Ong che ha disatteso l’indicazione del governo e si è diretta verso il gommone segnalato. Durante il percorso, sempre casualmente di fronte alle coste libiche, ha incrociato un’altra imbarcazione e ha soccorso altre 61 persone per poi raggiungere il gommone segnalato da Allarm Phone con 107 a bordo. Solo a quel punto, con 237 passeggeri, ha ripreso la rotta verso Nord.

I rapporti tra Ong e Viminale sono come noto ai ferri corti. Le navi umanitarie contestano la scelta di assegnare un porto sicuro a 100 ore di navigazione dal luogo di salvataggio. “Secondo il diritto internazionale – dice Msf – un ‘place of safety’ dovrebbe essere assegnato ‘con la minima deviazione dal viaggio della nave’ e dovrebbe essere fatto ogni sforzo ‘per ridurre al minimo il tempo delle persone soccorse, rimanere a bordo della nave che presta assistenza’”. Ma Piantedosi non ci sta: “Si lamentano della lunga percorrenza? E noi ci lamentiamo di questa coincidenza astrale: la presenza delle navi delle Ong, insieme alle condizioni climatiche, fanno ripartire i gommoni dalla Libia, anche le imbarcazioni più fragili”, ha detto il ministro precisando che “il naufragio ed il salvataggio sono qualcosa di occasionale, non di ricerca sistematica che induce alle partenze”.

Per approfondire:

Sempre nella giornata di ieri, si sono inserite le tensioni all’interno della maggioranza, dopo che Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno bloccato il via libera agli emendamenti della Lega, in sede di Commissione Affari costituzionali e Trasporti di Montecitorio, intesi a modificare in modo più restrittivo la legge Bossi-Fini, ripristinando nei fatti norme dei Decreti Sicurezza di Matteo Salvini. Una situazione di tensione, su cui è intervenuto anche il capogruppo della Lega in commissione Affari costituzionali, Igor Iezzi: “Sono stupito della decisione del presidente in commissione Affari costituzionali Pagano (Fi), e della presidente in commissione Trasporti Deidda (Fdi), di rendere inammissibili i nostri emendamenti. Nel merito erano perfettamente attinenti all’argomento, visto che avevano a che fare con la gestione dei flussi migratori e andavano a modificare lo stesso testo di legge modificato dal Decreto Ong. Non vorremmo avessero prevalso logiche politiche, i cittadini hanno votato il centrodestra per fermare il business dell’immigrazione. Ovviamente, faremo ricorso”.

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