Non diciamo il buon gusto, ma almeno il buon senso. E invece no, i compagni non si smentiscono mai. Questa volta parliamo della sinistra transalpina e di quei collettivi disposti a negare l’evidenza pur di cercare la polemica con la destra. Perchè ha dell’incredibile quanto accaduto ieri: additata come anti-ebrea e ricoperta sistematicamente di insulti, Marine Le Pen ha preso parte alla marcia contro l’antisemitimo di Parigi insieme ad altre cento mila persone. Anzichè condividere la battaglia, il collettivo rosso Golem ha attaccato frontalmente la leader dell’ex Front National, ricordando la matrice antisemita del suo partito.
È vero, il padre di Marine Le Pen è stato condannato più volte per l’antisemitismo, ma è anche vero che lei ha chiuso i conti con il passato ed escluso il patriarca del partito, con tanto di pulizia degi impresentabili. Sin dal 7 ottobre, giorno del drammatico attacco firmato dai miliziani di Hamas, si è schierata al fianco di Israele e contro il gruppo terroristico palestinese. Pochi altri, probabilmente nessuno, si sono spesi quanto lei per Tel Aviv. Eppure, gli attivisti di sinistra non ci hanno pensato molto prima dei soliti j’accuse. E via alle solite sparate, tra fascismo e varie. Anche il governo ha colto la palla al balzo per agitare le acque: “La partecipazione di Le Pen non rappresenta unità ma indecenza”, la sparata del portavoce del governo Olivier Véran.
I compagni non farebbero meglio a lasciare perdere la Le Pen, per concentrare gli sforzi contro Jean-Luc Mélenchon? Considerato da qualcuno della sinistra italiana come un grande pensatore, esaltato per le sue idee trite e ritrite, il leader rosso estremista ha boicottato il corteo. Il motivo? L’evento avrebbe messo da parte “il massacro ai danni della popolazione di Gaza”. Ma non c’è alcuna sorpresa. Il signor Mélenchon guida quel partito, La France insoumise, che non ha condannato l’attacco di Hamas del 7 ottobre, parlando di “contesto di intensificazione della politica di occupazione israeliana a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est”. Guai a stigmatizzare il terrorismo, meglio parlare di forze armate palestinesi. Un’ambiguità vergognosa, ma i collettivi di sinistra forse non leggono i giornali.
Massimo Balsamo, 13 novembre 2023