Le Pen, l’incubo è servito. I giudici la fanno fuori dall’Eliseo: è ineleggibile

La leader del Rassemblement National è stata condannata per appropriazione indebita. È stata dichiarata non eleggibile per 5 anni

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Marine Le Pen condannata ineleggibilità

Marine Le Pen è ineleggibile e, da possibile prossimo Presidente della Repubblica francese, ora rischia di vedere sfumare il suo sogno. E forse anche la carriera politica. Poco fa il Tribunale di Parigi l’ha dichiarata colpevole di appropriazione indebita di fondi europei insieme a otto eurodeputati e dodici assistenti parlamentari. La leader del RN è stata condannata a quattro anni di carcere (due con pena sospesa, i restanti due con possibilità di braccialetto elettronico), una multa da 100mila euro e anche alla pena dell’ineleggibilità con esecuzione immediata.

Le accuse

La decisione riguarda il caso degli assistenti parlamentari europei accusati di aver lavorato per il partito anziché per il Parlamento europeo tra il 2004 e il 2016. Il danno stimato è di 2,9 milioni di euro, di cui 474mila attribuiti direttamente a Le Pen, anche se – hanno precisato le toghe – nessuno degli imputati si è arricchito personalmente. Secondo i giudici, in quegli anni il partito avrebbe usato fondi Ue per pagare assistenti che lavoravano per il RN in Francia invece che per il Parlamento europeo.

“Non si trattava di mutualizzare il lavoro degli assistenti, ma di mutualizzare le risorse dei deputati”, ha detto la presidente del tribunale, Bénédicte de Perthuis. “È stato accertato che tutte queste persone lavoravano in realtà per il partito, che il loro deputato (di riferimento) non aveva affidato loro alcun compito” e che “passavano da un deputato all’altro”. “Se i fatti non hanno portato a un arricchimento personale diretto, i fatti costituiscono un aggiramento democratico”, ha aggiunto la presidente della corte. “È un arricchimento del partito, un aggiramento delle norme che regolano il finanziamento dei partiti politici e quindi un aggiramento democratico”. Le Pen si era difesa affermando che era accettabile adattare il lavoro degli assistenti pagati dal Parlamento europeo alle esigenze dei legislatori, incluso un po’ di lavoro politico correlato al partito.

La procura aveva chiesto per Le Pen cinque anni di carcere (di cui due effettivi), una multa da 300mila euro e l’ineleggibilità immediata per cinque anni. Lei solo qualche giorno fa diceva: “Non credo che si spingeranno fino a questo punto”. Invece l’incubo della leader del RN si è concretizzato.

Il futuro politico senza Le Pen

Prima della sentenza, Le Pen aveva ostentato sicurezza su un esito positivo del procedimento. Tuttavia, la leader riteneva l’ipotesi di ineleggibilità “profondamente antidemocratica”. Poco prima della fine della lettura della sentenza è stata vista uscire contrariata dal Tribunale. Le Pen era data favorita nei sondaggi per le presidenziali del 2027, con intenzioni di voto tra il 34% e il 37%. L’ineleggibilità immediata cambia completamente lo scenario politico francese: Le Pen può ricorrere in appello, ma il nuovo iter giudiziario non sospenderà la pena ed è dunque improbabile che Marine entro il 2027 possa riottenere la possibilità di candidarsi. Nel migliore dei casi, la nuova sentenza potrebbe arrivare non prima dell’autunno 2026, pochi mesi prima delle presidenziali. Una corsa con questa spada di Damocle sulla testa renderebbe quasi impossibile la vittoria.

A prendere il suo posto come candidato a questo punto potrebbe essere Jordan Bardella, che proprio ieri Le Pen aveva in qualche modo elogiato per le sue capacità che gli consentirebbero “di ricoprire l’incarico di presidente della Repubblica”. Le Pen aveva detto che “quando si raggiunge il livello di Jordan Bardella alla sua età, non c’è motivo di privarsi di un’ambizione che potrebbe superare quella attuale”. Intanto, Marine Le Pen potrà mantenere il suo seggio in Parlamento fino alle prossime legislative, a meno di una nuova dissoluzione dell’Assemblea nazionale.

“Oggi, non è solo Marine Le Pen che viene ingiustamente condannata. È la democrazia francese che viene giustiziata“, ha commentato Bardella. Anche Eric Ciotti, alleato di Rn, ha denunciato un “indegno complotto giudiziario” che “confisca il destino democratico della nostra nazione”. In un messaggio pubblicato su X, il presidente del partito dei Repubblicani francesi chiede “la Francia sia ancora una democrazia”, visto il “sistema” che “scarta sistematicamente qualsiasi candidato troppo a destra in grado di vincere, da François Fillon a Marine Le Pen“.

Gli altri condannati

Alla fine sono 23 gli imputati condannati a pene che vanno dai sei mesi di prigione, con sospensione della pena, ai quattro anni, di cui due anni da scontare, il tutto accompagnato da multe e pene di ineleggibilità, talvolta sospese. Solo un imputato è stato assolto. Insieme a Le Pen sono stati condannati il vicepresidente del Rassemblement National e sindaco di Perpignan, Louis Aliot; l’ex presidente ad interim del Rassemblement National, Jean-François Jalkh; l’eurodeputato Nicolas Bay e l’ex numero due del partito Bruno Gollnisch. In totale si tratta di undici ex eurodeputati. Tra i colpevoli anche alcuni ex collaboratori parlamentari e gli attuali deputati del Rassemblement National: Timothée Houssin, Julien Odoul e Yann Le Pen. Anche il partito è stato multato per 2 milioni di euro oltre alla confisca di un milione di euro sequestrati durante l’inchiesta.

La solidarietà di Salvini

“Chi ha paura del giudizio degli elettori, spesso si fa rassicurare dal giudizio dei tribunali – dichiara Matteo Salvini a caldo – A Parigi hanno condannato Marine Le Pen e vorrebbero escluderla dalla vita politica. Un brutto film che stiamo vedendo anche in altri Paesi come la Romania. Quella contro Marine Le Pen è una dichiarazione di guerra da parte di Bruxelles, in un momento in cui le pulsioni belliche di Von der Leyen e Macron sono spaventose. Non ci facciamo intimidire, non ci fermiamo: avanti tutta amica mia!”. Anche Viktor Orban ha twittato solidarietà con un laconico “Je suis Marine”.

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