Politica

Le proteste contro l’Autonomia? Senza senso e vi spiego perché

I timori delle opposizioni sul dldl Calderoli sono spesso e volentieri prive di fondamento. È solo propaganda

calderoli autonomie italia © omersukrugoksu tramite Canva.com

Con 110 voti favorevoli, 64 contrari e 3 astenuti, il Senato della Repubblica ha approvato in prima lettura il Ddl Calderoli sull’autonomia differenziata. Il provvedimento passerà adesso all’esame della Camera dei deputati, che comunque dovrebbe approvare definitivamente il testo senza ulteriori modifiche già nelle settimane a venire, in ogni caso, prima della scadenza elettorale delle europee, in programma il prossimo 9 giugno.

L’approvazione del disegno di legge voluto dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, da parte di Palazzo Madama si porta dietro tutta una serie di strascichi: da un lato, la viva soddisfazione della Lega, che dopo anni di tentativi andati a vuoto riesce finalmente a centrare un attesissimo traguardo; dall’altro, le cocenti polemiche delle opposizioni, che accusano senza mezzi termini l’esecutivo di volere spaccare in due l’Italia.

Orbene, fermo restando che bisognerà capire in che modo e con quali risorse si potranno raggiungere i livelli minimi di prestazione per ogni singola regione, si può comunque affermare sin da ora che le proteste provenienti da partiti e movimenti d’opposizione risultano essere spesso e volentieri prive di fondamento e comunque poco centrate. È infatti innegabile che le differenze in termini di efficienza e di qualità dei servizi offerti dalle diverse regioni esistono già, e non dipendono certamente dall’approvazione della riforma sulle autonomie votata appena poche ore fa in Senato. Se già da tempo immemore i siciliani preferiscono farsi curare in Lombardia piuttosto che in Sicilia (Regione che gode peraltro di una forma di autonomia speciale), non è certo per via del Ddl Calderoli. Allo stesso modo, se il sistema dei trasporti lombardo risulta di gran lunga più efficiente rispetto a quello siciliano, poco centra il disegno di legge sulle autonomie.

Così come, chi sostiene che il testo sull’autonomia differenziata finirà col creare differenze nel mondo della scuola, dimentica, o probabilmente ignora, che, anche in questo specifico caso, si riscontrano già oggi non poche disparità, a cominciare dal prestigio e dall’appetibilità del ruolo del docente, percepito in maniera molto diversa nelle varie aree geografiche del Paese. Tutti esempi, questi, che dimostrano ampiamente come il divario tra nord e sud sia già una realtà, e non certo una novità che verrà ad originarsi per effetto della riforma Calderoli. Il punto cruciale sui cui spostare l’attenzione, pertanto, non sono affatto le presunte differenze che, secondo le opposizioni, il testo dovrebbe introdurre, che, come sottolineato, esistono già e sono peraltro sotto gli occhi di tutti, quanto piuttosto come si riusciranno a finanziare i cosiddetti Lep (livelli essenziali delle prestazioni) di quelle regioni che non dovessero chiedere l’autonomia, e se le regioni in questione avranno o meno la capacità di utilizzare al meglio le risorse a loro disposizione. È su questo terreno che si giocherà la sfida dell’autonomia e si potrà garantire la coesione politica e sociale del Paese. Tutto il resto è propaganda.

Salvatore Di Bartolo, 25 gennaio 2024

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