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Le regionali riducono il Bomba a un petardo - Seconda parte

Quale strategia?

Tortuoso modo di esistere: non si capisce se Matteo voleva far fuori Zingaretti, oppure tenerlo lì a traballare ricuocendolo a fuoco lento per poi spodestarlo – “Zinga, stai sereno” -, se punti a giubilare il Pd, o Italia Viva, o Conte, o se stesso. Calcoli astrusi, astuzie incomprensibili, acume manovriero inestricabile e l’ottimismo pierino di chi più semina guai e più è contento. Confuso e felice questo Renzi di Vitruvio, questo homo faber e disfaber di stampo rinascimentale, umanistico, capace di giostrare in scioltezza dal risiko politico al documentario pedagogico, dalle conferenze nel mondo alle Leopolde polivalenti, dalle fondazioni di partiti nuove alle sfondazioni di quelli vecchi: e viceversa. Chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza: se non che, comunque vada, sarà distruzione.

A Firenze dormimmo e un intellettuale, la faccia giusta e tutto quanto il resto, ci disse “No, compagni, amici, io disapprovo il passo: manca l’analisi e poi non ci ho l’elmetto”. Ma Bomba o non Bomba, hanno tenuto la Toscana. Malgrado lui.

Max Del Papa, 23 settembre 2020

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