Commenti all'articolo Sono un Liberale? (John Maynard Keynes)
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34 Commenti
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Davide V8
1 Novembre 2020, 20:24 20:24
Aggiungo che non sono distinzioni riguardanti inutili tecnicisimi, o partigianerie irrilevanti come tenere la Roma o la Lazio.
Il pensiero economico keynesiano presuppone una concezione autoritaria, dirigista, illiberale della società e dell’uomo.
Il liberismo ha fondamenta *etiche* corrette, prima di tutto. E filosofiche.
E per questo funziona.
Perchè si basa sulla collaborazione, invece che sulla prevaricazione.
Albert Nextein
1 Novembre 2020, 14:05 14:05
Le alternative alle teorie keynesiane esistono.
Sono quelle genuinamente liberali antistataliste.
Quelle che , ormai, neppure nelle università vengono ricordate.
Nessuno ricorda la Scuola Austriaca di economia.
Nessuno ricorda personaggi del secolo scorso come Von Mises, Von Hayek, Rothbard.
Ed è un peccato.
La politica pervasiva e ladra non può permettere un ritorno al liberalismo originario.
E neppure la finanza collusa con le Banche Centrali lo può sopportare.
Werner
1 Novembre 2020, 13:02 13:02
Il Keynesismo è una variante del Liberismo, solo che rispetto a quest’ultimo prevede un’intervento massiccio dello Stato anche facendo deficit. Io sono per un’economia dirigista e corporativista, dove lo Stato è presente per governare l’economia nazionale e con il controllo diretto delle aziende strategiche, e al contempo garantisce la libertà di impresa con limiti e regolamentazioni che vengono determinate dal libero mercato.
Qui siete tutti liberisti, lo so, e in maniera assolutamente legittima. Ma francamente non posso che avversare il Liberismo dove l’economia controlla la politica e non il contrario. Dove le multinazionali e la finanza a scavalcano le leggi dello Stato, a differenza di qualsiasi piccola e media impresa che è giustamente sottoposta alle leggi. E non solo, le multinazionali evadono facilmente il fisco e non subiscono conseguenze.
Nella
1 Novembre 2020, 9:16 9:16
Solazzo ma che niente niente yi ha punto uno scorpione????ahhh x notizia sto cercando di contattare lo psichiatra….Contento??
Pigi
1 Novembre 2020, 8:12 8:12
Gli inventori degli strumenti sono da distinguere da coloro che gli strumenti li usano.
Non essendo l’economia una scienza esatta, è compito della politica adoperare gli strumenti più idonei alla situazione concreta del proprio paese in quel momento.
Quindi le diatribe sui successi o sui fallimenti di politiche keynesiane sono prive di senso: i successi e i fallimenti sono dei politici che gli strumenti adoperano, spesso a sproposito.
In particolare, lo vediamo adesso, la politica va per inerzia, per cui una ricetta adoperata con successo e, c’è poco da negare, i successi keynesiani sono indubitabili, viene continuata anche dove andrebbe abbandonati, con danni enormi.
Questo vale anche per strumenti di politica economica opposti, quelli monetaristi, che in mano a certi politici sudamericani, hanno soltanto sostituito l’inflazione di prima con il default di poi, verso cui ci stiamo allegramente incamminando adesso.
Davide V8
1 Novembre 2020, 0:59 0:59
Keynes in occidente ha fatto più danni di Marx. Scacciavillani lo ha definito “pseudo marxismo light”, ed è perfetto. Potremmo, anzi dovremmo, discutere fino allo sfinimento delle sue idee economiche, che riflettono una concezione dell’uomo, dello stato, e della società, totalmente illiberale. Alla fine il concetto di base è che non solo ignora i fondamenti del capitalismo (cioè il ruolo del capitale), ma che ritiene l’individuo incapace di prendere decisioni economiche, che quindi vengono prese dallo stato al posto suo. Sulla base, appunto, di una teoria economica errata, errata al di là del fatto che sia liberale o meno. – I danni compiuti da tali teorie sono gravissimi perchè l’occidente non si è premurato di sconfessarli, come avvenuti con l’analogo, ma più radicale, marxismo. Li ha fatti propri. E fanno danni enormi: ogni volta che qualunque politico italiano parla di economia, ogni volta che le banche centrali operano, lo fanno sulla base delle sue teorie. Spesso senza che la gente se ne renda conto. – Teorie che possiamo anche considerare la prima applicazione di massa del totalitarismo scientista, fondato su errori spacciati per “scienza”, in termini sia economici che di soppressione di libertà. – Non dimentichiamo che il dirigismo autoritario para fascista di Roosevelt è stato appunto supportato da tali teorie. Non dimentichiamo che la riscossa degli anni ’80 si… Leggi il resto »
Aggiungo che non sono distinzioni riguardanti inutili tecnicisimi, o partigianerie irrilevanti come tenere la Roma o la Lazio.
Il pensiero economico keynesiano presuppone una concezione autoritaria, dirigista, illiberale della società e dell’uomo.
Il liberismo ha fondamenta *etiche* corrette, prima di tutto. E filosofiche.
E per questo funziona.
Perchè si basa sulla collaborazione, invece che sulla prevaricazione.
Le alternative alle teorie keynesiane esistono.
Sono quelle genuinamente liberali antistataliste.
Quelle che , ormai, neppure nelle università vengono ricordate.
Nessuno ricorda la Scuola Austriaca di economia.
Nessuno ricorda personaggi del secolo scorso come Von Mises, Von Hayek, Rothbard.
Ed è un peccato.
La politica pervasiva e ladra non può permettere un ritorno al liberalismo originario.
E neppure la finanza collusa con le Banche Centrali lo può sopportare.
Il Keynesismo è una variante del Liberismo, solo che rispetto a quest’ultimo prevede un’intervento massiccio dello Stato anche facendo deficit. Io sono per un’economia dirigista e corporativista, dove lo Stato è presente per governare l’economia nazionale e con il controllo diretto delle aziende strategiche, e al contempo garantisce la libertà di impresa con limiti e regolamentazioni che vengono determinate dal libero mercato.
Qui siete tutti liberisti, lo so, e in maniera assolutamente legittima. Ma francamente non posso che avversare il Liberismo dove l’economia controlla la politica e non il contrario. Dove le multinazionali e la finanza a scavalcano le leggi dello Stato, a differenza di qualsiasi piccola e media impresa che è giustamente sottoposta alle leggi. E non solo, le multinazionali evadono facilmente il fisco e non subiscono conseguenze.
Solazzo ma che niente niente yi ha punto uno scorpione????ahhh x notizia sto cercando di contattare lo psichiatra….Contento??
Gli inventori degli strumenti sono da distinguere da coloro che gli strumenti li usano.
Non essendo l’economia una scienza esatta, è compito della politica adoperare gli strumenti più idonei alla situazione concreta del proprio paese in quel momento.
Quindi le diatribe sui successi o sui fallimenti di politiche keynesiane sono prive di senso: i successi e i fallimenti sono dei politici che gli strumenti adoperano, spesso a sproposito.
In particolare, lo vediamo adesso, la politica va per inerzia, per cui una ricetta adoperata con successo e, c’è poco da negare, i successi keynesiani sono indubitabili, viene continuata anche dove andrebbe abbandonati, con danni enormi.
Questo vale anche per strumenti di politica economica opposti, quelli monetaristi, che in mano a certi politici sudamericani, hanno soltanto sostituito l’inflazione di prima con il default di poi, verso cui ci stiamo allegramente incamminando adesso.
Keynes in occidente ha fatto più danni di Marx. Scacciavillani lo ha definito “pseudo marxismo light”, ed è perfetto. Potremmo, anzi dovremmo, discutere fino allo sfinimento delle sue idee economiche, che riflettono una concezione dell’uomo, dello stato, e della società, totalmente illiberale. Alla fine il concetto di base è che non solo ignora i fondamenti del capitalismo (cioè il ruolo del capitale), ma che ritiene l’individuo incapace di prendere decisioni economiche, che quindi vengono prese dallo stato al posto suo. Sulla base, appunto, di una teoria economica errata, errata al di là del fatto che sia liberale o meno. – I danni compiuti da tali teorie sono gravissimi perchè l’occidente non si è premurato di sconfessarli, come avvenuti con l’analogo, ma più radicale, marxismo. Li ha fatti propri. E fanno danni enormi: ogni volta che qualunque politico italiano parla di economia, ogni volta che le banche centrali operano, lo fanno sulla base delle sue teorie. Spesso senza che la gente se ne renda conto. – Teorie che possiamo anche considerare la prima applicazione di massa del totalitarismo scientista, fondato su errori spacciati per “scienza”, in termini sia economici che di soppressione di libertà. – Non dimentichiamo che il dirigismo autoritario para fascista di Roosevelt è stato appunto supportato da tali teorie. Non dimentichiamo che la riscossa degli anni ’80 si… Leggi il resto »