Giustizia

Le toghe rosse non si fermano: “Perchè la Meloni è pericolosa”

Dopo mail e sentenze, arriva l’affondo del segretario nazionale di Magistratura Democratica

Continua lo scontro tra governo e magistratura. L’opposizione delle toghe al piano Albania ha scatenato un vivace botta e risposta, ma non solo. Ricordiamo la mail choc di Marco Patarnello, sostituto procuratore della Cassazione, destinata ai colleghi di Magistratura Democratica, corrente a cui appartiene Silvia Albano, la giudice che ha firmato la sentenza sui Cpr in Albania. “Meloni è un pericolo, più forte di Berlusconi. Dobbiamo porre rimedio”, il giudizio di Patarnello, vicesegretario di Md, che ha giudicato il dibattito pubblico come “reazione esorbitante”. Ma in realtà la battaglia delle toghe rosse contro il governo e in particolare contro il premier non è finita, anzi.

La magistratura è politicizzata, il j’accuse della Meloni. Ed è difficile darle torto, considerando le esternazioni delle toghe rosse. Ospite a Piazzapulita, il segretario nazionale di Magistratura Democratica Stefano Musolino non ha utilizzato troppi giri di parole: “Considero pericolosa Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, nella misura in cui chiede alla magistratura di essere collaborativa, di essere servente al governo, di rinunciare al suo dovere di applicare la legge e di non essere più solo giudice italiano, ma giudice europeo che è un suo obbligo, disapplicando la normativa nazionale difforme da quella europea. A parte che c’è una giurisprudenza della Corte di giustizia che è degli anni ’70 su questo”.

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“Pericolosa”. Questo il termine utilizzato dal segretario di Magistratura Democratica, per il quale la Meloni chiederebbe alla magistratura di essere “servente” al governo. In realtà il premier chiede – senza successo – equidistanza. Ma non è tutto. Di fronte alla sottolineatura del padrone di casa Corrado Formigli che “c’è una sentenza della Corte di giustizia che prevale sulla norma interna e questo succede anche con il decreto realisticamente”, Musolino ha rimarcato: “Le dico di più, c’è una legislazione nazionale che dice che se il giudice italiano non disapplica la norma italiana difforme da quella europea commette una violazione che può giustificare una sua responsabilità civile, questo lo dico per far capire la struttura della decisione del giudice Silvia Albano”.

Insomma, Magistratura Democratica non si ferma, anzi continua lo scontro con il governo, dimenticando il suo compito imparziale. Un copione che si ripete dopo i decenni di battaglie con Silvio Berlusconi, forse in maniera ancora più forte a causa del piano complessivo di riforme che l’esecutivo sta mettendo a punto sulla giustizia. Emblematica inoltre l’opposizione di Md alla linea di Matteo Salvini sull’immigrazione con i dl sicurezza. Sulla chiusura dei porti, l’allora presidente Riccardo De Vito definì “eversivo” l’allora ministro dell’Interno. Tranchant la replica del segretario federale della Lega: “Magistratura democratica sposa la campagna pro-immigrazione insieme, tra gli altri, a: Potere al Popolo, ONG, Cgil, Arci, Rifondazione Comunista e coop varie (compresa la Baobab Experience dove si erano rifugiati gli sbarcati della Diciotti). Poi quello accusato di ledere l’autonomia dei magistrati sono io…”. Oggi assistiamo a un nuovo capitolo di questo scontro trentennale…

Franco Lodige, 25 ottobre 2024

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