Bambole, giocattoli per bambine collegate ad altoparlanti che simulano il pianto di un neonato. Di questo tipo sono le trappole utilizzate dai terroristi di Hamas per colpire i militari israeliani.
Le tecniche di guerriglia, usate un po’ in tutte le guerre, Iran – Iraq, in Vietnam contro i marine americani e anche durante la guerra fra le due coree, prevedono questo tipo di trappola, ma si usano i corpi dei soldati morti sotto i quali si nascondo bombe a pressione o a strappo. Sposti il corpo e l’esplosione ti colpisce in pieno. Ma non si usano i bambini.
Anche nella guerriglia serve onore perché se in uno spazio stretto si sente il pianto di un neonato e si vedono delle bambole che da lontano sembrano bambini, l’umanità, il bisogno di portare soccorso a un essere indifeso ha sempre la meglio sulla prudenza.
Per questo non c’è onore nel colpire un nemico sfruttando il suo senso di umanità. Nell’ambito delle scansioni effettuate dai riservisti della 261a Brigata Combat Team della 162a Divisione, i militari hanno capito subito che il pianto che arrivava da un cunicolo era un’imboscata dell’organizzazione terroristica Hamas, una mossa fraudolenta per attirare le forze israeliane in una vicina zona all’entrata di un tunnel.
Lo spazio comprendeva altoparlanti collegati a bambole e borse per bambini accanto a un pozzo di entrata di un tunnel che correva tra edifici civili: una scuola, una clinica e una moschea, al centro della quale si trova una guardia di sicurezza utilizzata da Hamas e collegata in rete con telecamere. Gli ordigni sarebbero saltati quando i militari israeliani si fossero trovati a distanza utile.
A seguito di questa scoperta lo Stato Maggiore dell’esercito ha nuovamente cambiato le regole di ingaggio in caso di ritrovamento di persone sotto le macerie e gli ordini, tassativi, sono che in questi casi è necessario che sia un artificiere ad avvicinarsi al sito e ispezionarlo prima di far avvicinare i soccorsi.
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Nella circolare arrivata a tutti gli ufficiali impegnati sul terreno è stato fatto presente che esiste la possibilità che gli ostaggi o i loro corpi possano essere usati da Hamas come trappole esplosive.
Considerando che non sempre un artificiere è a portata di mano, eventuali vittime civili ancora in vita, magari ferite, saranno costrette ad aspettare, magari per ore, la messa in sicurezza del posto in cui si trovano prima di essere prelevati e portati in un centro di Primo Soccorso.
Ma non c’è da stupirsi perché dopo quello che Hamas ha organizzato a portato a termine il 7 ottobre scorso anche con l’ausilio di parte della popolazione civile di Gaza, diciamo tutto fino in fondo senza paura della realtà, e lo ha fatto pur sapendo che le conseguenze sarebbero ricadute su tutti, colpevoli, la minoranza, e innocenti, ogni limite è stato superato e le conseguenze sono ora sotto gli occhi di tutti.
Non c’è da stupirsi che in poche ore siano riusciti a massacrare oltre 1400 persone indifese, non c’è da stupirsi che abbiano rapito civili, donne, vecchi e bambini e che poi li abbiano usati come merce di scambio per avere indietro terroristi condannati, come non c’è da stupirsi che si giochi sui sentimenti per creare trappole esplosive con pianto di bimbi, bambole, zaini e vestitini.
Come non ci sarà da stupirsi se, come previsto dalla circolare dell’esercito israeliano, i rapiti ancora in mano dei terroristi o i loro corpi saranno usati come trappole esplosive.
L’unica cosa che non dovrà stupire, e questo è stato ribadito a più riprese dal governo israeliano, è che non importa quanto tempo ci vorrà ancora ma il terrorismo verrà estirpato dalla striscia di Gaza.
Michael Sfaradi, 16 dicembre 2023
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