Gli avvisi di garanzia notificati al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri Alfonso Bonafede, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri, Lorenzo Guerini, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza, per la gestione della pandemia di coronavirus, non devono incoraggiare l’area politica di centrodestra ad assumere reazioni speculari a quelle che si manifestano a sinistra, con la canea criminalizzatrice, ogni qualvolta un loro avversario è sottoposto ad indagine.
Fare i Travaglio di destra significa legittimare l’ossessione giustizialista del “travaglismo” e dei suoi affiliati, che hanno un rapporto erotizzante con le inchieste giudiziarie, direzionate verso una sola parte politica, con cui instaurano un’attrazione eccitante per campagne unilaterali di demonizzazione. Ricordiamo che il Fatto Quotidiano è una sorta di house organ dei 5 Stelle che ne ispira ed orienta il pensiero manettaro. Marco Travaglio è colui che affermò che «non c’è nulla di scandaloso se un presunto innocente è in carcere», provocando la reazione indignata di Gaia Tortora che lo sbertucciò con un laconico e perentorio «Mavaffanculo».
L’attuale ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è fautore di un principio esecrabile per cui se «c’è un sospetto, anche chi è pulito, deve dimettersi», ma adesso che il sospettato è diventato lui si sottrarrà ai postulati del suo stesso dogma giustizialista. Il solito manettaro con i polsi degli altri. Le culture politiche democratiche e liberali devono marcare la distanza con il pregiudizio intellettuale che plasma la brutalità giustizialista.
La responsabilità di Conte non è penale ma politica con scelte rivelatesi esiziali per la nostra economia. L’incriminazione da applicare alla maggioranza rossogialla è di natura politica, imputandole il disastro socio-economico che sta deteriorando l’ossatura produttiva del Paese. Un governo che sa decidere solo se si tratta di bloccare il Paese e nel mentre somministra palliativi futili, declinati in una moltitudine di bonus inefficaci con un’iniqua erogazione a pioggia, con l’aggravante di aver innescato un processo di dissipazione delle risorse pubbliche.
Conte ha affidato alle piattaforme social un comunicato prolisso in cui si sofferma sulla straordinarietà della situazione che lo ha indotto ad assumere decisioni irrituali.
Decisioni, prosegue Conte, assunte seguendo il parere degli scienziati. In verità, il Cts gli suggerì la chiusura differenziata delle aree geografiche sulla base degli indicatori epidemiologici, ma Conte agì diversamente con il lockdown totale.