Il Pakistan può continuare tranquillamente a perseguitare i cristiani, a favorire il rapimento e lo stupro delle ragazze cristiane, a uccidere chi chiede di non essere discriminato, tanto nessuno farà mai un monologo o una denuncia come si deve da nessun palco con una certa eco. E nessuno racconterà delle torturatrici della polizia religiosa istituita dall’Isis a Raqqa. Dove l’organizzazione terroristica aveva istituito una vera gestapo al femminile.
Donne che torturano altre donne e una sola la parola d’ordine: rapire, colpire, torturare e uccidere le infedeli, le donne crociate o semplicemente senza velo. La violenza sulle donne è una cosa seria, ma di quella vera e diffusa nessuno ne parlerà mai, perché troppo brutale per i discorsi che devono piacere a tutti quelli che piacciono. Troppo complessa per l’evanescente ideologia di cui è imbevuta quella approvata dal pensiero unico.
Lorenza Formicola, 12 febbraio 2020