Legge Pittella da abolire: “uccide” i contribuenti onesti

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Pittella

Smettiamola di violentare i cittadini che vogliono difendersi. La legge Pittella sulla inammissibilità dei ricorsi tributari, riguardo ai carichi scoperti tramite estratti di ruolo, va abolita perché finora ha generato “contribuenti appesi” e, forse, anche “morti” (solo fiscalmente parlando si spera).

Si tratta della legge 215/2021 partorita durante il Covid: è una questione molto tecnica sul piano giuridico, ma non c’è un solo cittadino che difronte alla violazione del proprio diritto di difesa non si altererebbe o, peggio, non si arrabbierebbe al punto di invocare la piazza se sapesse perbene le cose che stanno accadendo a suo danno. Ma siamo nel 2024, chissà quanti lo farebbero davvero sapendo che tanto non c’è un sindacato dei contribuenti italiani (stile quello dei lavoratori) che possa incidere sui tavoli governativi.

Il tutto con due beffe:

1. la prima perché se un contribuente volesse, semplicemente, difendere il proprio patrimonio (garantito dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo – art. 1 del protocollo addizionale di Parigi 1952) o foss’altro solo la propria onorabilità azionando il diritto di difesa (previsto dalla Costituzione), in Italia anzitutto sei considerato evasore (pur non essendo certo un bel niente di quanto attribuito dall’erario) e poi pure uno sfigato perché esiste una sorta di presunzione nell’opinione pubblica (specie per una certa cultura colpevolista ed inquisitoria) per la quale intanto sei un malfattore e poi si vedrà se avrai ragione. Nel frattempo il contribuente deve passare le “pene di Cristo” per evitare che l’aggressione dello Stato (legittima per una certa cultura inquisitoria) si trasformi in un macigno così forte da essere insopportabile emotivamente, economicamente, familiarmente, ecc.;

2. la seconda beffa, poi, sta nel fatto che dopo tantissimi anni di lotta giudiziaria in cui il contribuente italiano ha investito tempo, denaro, malessere, sacrifici di resistenza, ecc. si vede, di punto in bianco, una legge che gli vieta di difendersi rispetto a ciò che aveva iniziato anni prima. Bene, cari italiani, dovesse succedere a voi che fareste?

Facciamo un esempio: Carlo, piccolo imprenditore, dopo essersi recato nel 2020 presso l’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia per intenderci), scopre che la sua certa regolarità fiscale non esiste perché l’esattore nazionale ritiene di aver notificato nei periodi precedenti una serie di cartelle per un valore di circa 50mila euro; il tutto documentato da estratti di ruolo (che sono riepilogativi delle cartelle ma non sono equivalenti a quest’ultime).

Allora Carlo che fa? Va da un difensore tributario (come farebbe la gran parte degli italiani con un’attività sulle spalle) convincendosi a fare ricorso. Vince il primo grado di giudizio e l’Agenzia delle Entrate Riscossione, di contro, che farà mai? Appello! Ebbene, l’appello promosso, alla fine dei conti, finisce in una maniera sola grazie alla Legge Pitella: inammissibilità del ricorso originario e buonanotte al secchio. Anzi al contribuente.

Morale della favola? Tu contribuente, se vuoi difenderti da quanto ritieni di illegittimo abbia commesso l’amministrazione esattoriale devi rifare tutto da capo, ma solo ad una condizione: che ti arrivi una intimazione di pagamento o un pignoramento o peggio ancora una istanza di fallimento, ecc. Questo perché? Perché sei figlio di Pittella. Ah no, se fai appalti la legge in questione si applica diversamente. Devi dimostrare il pregiudizio nonostante tu possa essere in credito con l’Erario per lavori non pagati da una amministrazione pubblica.

Il governo Meloni, sul tema, con il D.lgs. 110/2024 è intervenuto recentemente (e timidamente) per cambiare un pochino questa legge infame: c’è l’ampliamento del diritto di difesa solo a chi dimostri il pregiudizio nell’ambito della crisi d’impresa o in relazione ad operazioni di finanziamento o nell’ambito della cessione dell’azienda. Tutti gli altri rimangono fuori come il Sig. Carlo che, nel frattempo, o paga o è fiscalmente morto.

Coraggio Giorgia Meloni, è tempo di dire basta a tutto ciò ripristinando il diritto di difesa pienamente garantito ai cittadini italiani. Diversamente, i figli di Pittella rimarranno tali (e chissà quante partite iva medio-piccole rimarranno beffate ancora).

Angelo Lucarella
avvocato, saggista, docente universitario

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