Appunti sudamericani

Legge sulla natura, l’Ue approva: è una cattiva notizia per 2 motivi

L’Europarlamento boccia la mozione di rigetto della legge sul ripristino della natura. Era il cavallo di battaglia di Timmermans. Gioisce la sinistra

parlamento_timmermann © RossHelen tramite Canva.com

L’esito del voto all’Eurocamera sulla legge sul ripristino della natura è una cattiva notizia per due motivazioni: una nel merito della legge e un’altra invece di carattere politico. Oggi il Partito Popolare Europeo, il Ppe, aveva presentato a Strasburgo una mozione di rigetto della legge sul ripristino della natura dopo che questa legge era stata votata in Commissione Ambiente dove era mancata la maggioranza. In quell’occasione si era finiti con una sostanziale pareggio 40 a 40 e si era creato un’asse tra il Ppe e l’Ecr (conservatori europei), Identity Democracy (gruppo a cui aderiscono la Lega e Marine Le Pen) e anche alcuni voti di Renew Europe (i liberali). Insomma: era stata messa in difficoltà l’attuale maggioranza, la cosiddetta maggioranza Ursula, che è composta dai socialisti, Renew e anche dal Partito Popolare.

La partita politica

Le motivazioni che avevano spinto il Partito Popolare a schierarsi contro questa legge e poi a far sì che Manfred Weber, Presidente tedesco del Partito Popolare, si schierasse apertamente anche nel voto che è avvenuto oggi all’Europarlamento, sono legate ai contenuti della legge sul ripristino della natura, contenuti che oggi sono stati sostanzialmente approvati anche se ci sarà una posizione negoziale. Ebbene: questa legge sul ripristino della natura rappresenta l’ennesima ecofollia, perché si dice sostanzialmente che occorre ripristinare gli ecosistemi all’interno dei territori delle Nazioni dell’Unione Europea.

Cosa prevede la legge

Questo significa che bisognerà intervenire sul ripristino del 20% delle superfici terrestre e marine e di un 15% dei fiumi. Che cosa comporta? Sostanzialmente comporta lasciare intere aree delle Nazioni europee allo Stato brado e quindi evitare anche che possa essere realizzata un’attività di carattere agricolo su questi terreni. Non a caso molti agricoltori sono scesi in piazza ieri fuori dall’Europarlamento, contrapponendosi alla manifestazione di Greta Thunberg, per dire no a questa a questa legge.

Quali sono i rischi dell’ecofollia

Il rischio qual è? Il rischio è che nel momento in cui tu dici che tutta una serie di terreni devono stare allo Stato brado, sostanzialmente non li puoi più coltivare e quindi questo comporta anzitutto un problema di carattere economico per gli agricoltori in sé, perché l’agricoltura comunque rappresenta un importante fetta di Pil di molte nazioni, tra cui l’Italia; ma al tempo stesso riduci la produzione di cibo e sei costretto quindi ad aumentarne le importazioni dall’estero. E qui sta il paradosso. Un’autentica follia che in realtà non aiuta l’ambiente.

Sempre all’interno di questa legge si parla anche dei fiumi: occorre ripristinare i corsi su cui sono stati fatti nel corso degli anni degli interventi, come per esempio le dighe. Voi immaginatevi: veniamo da qualche settimana da quell’evento tragico che è stata l’alluvione in Romagna, immaginatevi cosa succederebbe se si andasse nella direzione di ripristinare i corsi dei fiumi senza gli interventi che diventano talvolta necessari proprio per evitare il dissesto idrogeologico. Insomma: è una legge sbagliata sotto tanti punti di vista.

Il risvolto politico

C’è però anche una valenza di carattere politico. Perché è evidente Weber si è schierato e ha cercato di fare in modo che tutto il Ppe si schierasse, cosa che in realtà non è avvenuta visto che gli europarlamentari del Ppe irlandesi hanno votato con le sinistre. Weber ha cercato di fare in modo che nascesse una maggioranza alternativa, una maggioranza che probabilmente non ha i numeri in questo Europarlamento, in questa legislatura, ma che potrebbe averne nella legislatura successiva. In ogni caso, non si spiega tutta la retorica, la gioia e la felicità delle sinistre europee per il diniego al rigetto di questa legge: in realtà i numeri sono estremamente risicati perché è finito 312 a 324. Dunque esiste un problema di carattere politico che magari non esploderà nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, ma sicuramente se il trend dovesse essere confermato diventerà evidente con le elezioni europee del 2024.

Francesco Giubilei, 12 luglio 2023,

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