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“Lei è anti-comunista?”. L’imbarazzante risposta di Rosy Bindi

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L’ex presidente del Partito Democratico, Rosy Bindi, risponde e non risponde. Non teme di definirsi “antifascista”, e ci mancherebbe, ma ha mostrato non poche difficoltà a definirsi anticomunista, lei donna di sinistra che con gli ex comunisti è confluita nell’attuale Pd.

Durante la partecipazione di Bindi al talk show “In Altre Parole” su La7, condotto da Massimo Gramellini, il conduttore fa la domanda clou: “Lei si definisce anticomunista?”. L’ex leader del Pd ha preferito non rispondere direttamente, sottolineando invece il suo essere antifascista e donna di sinistra. In un tentativo di precisare un po’, Bindi ha poi riconosciuto di non essere mai stata comunista, ma ha sottolineato anche di aver contribuito a rendere il comunismo “un fattore integrante della democrazia”.

“Io sono sicuramente antifascista – ha detto la Bindi – Dico sempre che sono una donna di sinistra, ma non sono mai stata comunista. Nel mio piccolo credo di aver contribuito, anche attraverso i partiti a cui ho appartenuto, dalla Democrazia Cristiana fino al Partito Democratico, a far sì che il comunismo fotte un fattore integrante della democrazia italiana. È questa la differenza profonda. Che i comunisti italiani hanno scritto la costituzione. I fascisti italiani no. E questa è una differenza profonda. E ciò che mi preoccupa di più non è il fatto che il presidente del Consiglio o del Senato fanno fatica a dirsi antifascisti, ciò che preoccupa è che in questo momento abbiamo una maggioranza anti-repubblicana. La riforma del premierato che umilia il parlamento, annulla il presidente della Repubblica e mette in crisi gli organi di garanzia, è una riforma che annulla la Repubblica della Costituzione nata dall’antifascismo”.