Esteri

L’elettore dem che tifava Biden: chi è l’attentatore di Trump

Dopo il proiettile di Butler, The Donald di nuovo nel mirino: “Un tentativo di assassinio”. Il sospetto fermato dal Secret Service

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La vicenda che ha recentemente sconvolto l’opinione pubblica statunitense riguarda il tentativo di assassinio ai danni dell’ex presidente Donald Trump, avvenuto all’interno del suo campo da golf in Florida. Siamo al secondo attacco dopo quello di Butler, in Pennsylvania. Stavolta nessuno si è morto e il candidato presidente non è stato ferito alla testa, come due mesi fa. L’accusato di questo grave episodio è Ryan Wesley Routh, un uomo di 58 anni originario della North Carolina, che si era trasferito alle Hawaii nel 2018. Questo evento ha sollevato una serie di interrogativi non solo sulla sicurezza degli ex presidenti ma anche sullo stato attuale del dibattito politico in America.

Chi era l’attantatore

Routh, nei giorni precedenti al tentativo di assassinio, era noto per le sue attività sui social network, dove aveva esternato opinioni politiche di varia natura. Nonostante avesse sostenuto Trump nelle elezioni del 2016, nel tempo aveva manifestato dissenso nei confronti dell’ex presidente, appoggiando invece Joe Biden durante le primarie del Partito Democratico.

Particolarmente noto era l’interesse di Routh per la questione ucraina, tanto che aveva esplicitamente espresso il desiderio di supportare l’Ucraina nel conflitto con la Russia. Sebbene privo di esperienza militare, si era proposto per combattere al fianco degli ucraini e aveva tentato di reclutare combattenti.  “Vorrei comprare uno dei suoi missili e caricarlo con una testata per il rifugio di Putin nel Mar Nero per finirlo. Se può dirmi il prezzo per favore, può essere anche vecchio e usato”, aveva chiesto su X a Elon Musk.

Routh aveva alle spalle alcuni episodi di natura criminale, tra cui spicca un arresto nel 2002, quando dopo un inseguimento con le forze dell’ordine, si era rifugiato in un’azienda a Greensboro. Nonostante ciò, i familiari lo hanno descritto come un uomo gentile, mettendo in luce una netta contrapposizione tra l’immagine pubblica e la sua personalità privata. “Ryan è mio padre e non ho commenti da rilasciare, se non che è un uomo onesto e gran lavoratore. Non so quello che è accaduto in Florida: da quello che ho sentito non sembra la persona che io conosco. È un bravo padre”, ha invece dichiarato il figlio Oran Routh.

Il sostegno a Trump era solo un vecchio ricordo e ormai si mostrava come supporter di figure democratiche come Biden. Le donazioni effettuate a favore di candidati democratici, dal 2019 poi, confermano il suo schieramento. Nel 2020 si era schierato con Tulsi Gabbard. Nel 2024 aveva chiesto ai due candidati repubblicani anti-Donald di non mollare alle primarie e di “lottare” fino alla fine per evitare che il tycoon potesse vincere e candidarsi di nuovo. Sognava un’America “democratica e libera” guidata da Joe Biden e forse a un certo punto ha deciso di passare dalle teoria all’azione.

Cosa è successo ieri

Era il tardo pomeriggio, intorno alle 13.30, quando Trump, in compagnia del finanziatore Steve Witkoff, stava giocando tra la quinta e la sesta buca del suo campo da golf. La loro attività è stata bruscamente interrotta da un’azione determinante degli agenti del Secret Service, presenti per assicurare la sicurezza dell’ex presidente. Uno degli agenti ha avvistato la canna di un fucile sporgere dalla recinzione del club e ha prontamente neutralizzato il sospetto, come riportato dallo sceriffo di West Palm Beach, Ric Bradshaw.

Il rischio che l’individuo armato rappresentava per Trump, trovandosi a una distanza stimata tra i 300 e i 500 metri, era innegabile, considerando le capacità di tiro a lunga distanza dell’arma. Nel perimetro esterno del club, le autorità hanno successivamente scoperto un fucile Ak-47 e due zaini pieni di munizioni, oltre a una telecamera. Di conseguenza, l’ex presidente è stato subito messo al sicuro all’interno di uno degli edifici del club.

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Grazie all’occhio attento di un testimone che ha fotografato la targa di un veicolo in fase di allontanamento dal luogo, è stato possibile arrestare il sospetto. Questa informazione cruciale ha permesso di sollecitare prontamente l’intervento dell’ufficio dello sceriffo, intorno alle 13.30. La descrizione dettagliata del veicolo e la sua tempestiva segnalazione hanno agevolato la cattura del sospetto mentre percorreva la statale I-95. Lo sceriffo William D. Snyder della contea di Martin ha descritto il sospetto come “relativamente calmo” al momento dell’arresto, e quest’ultimo non ha rilasciato dichiarazioni sul fatto.