Politiche green

L’emergenza climatica non esiste. Parola dello scienziato Vinos

L’emergenza climatica non esiste. Parola dello scienziato spagnolo Javier Vinos, che nel suo ultimo libro, ‘Solving the Climate Puzzle’, smonta pezzo per pezzo la narrazione catastrofista propagandata dai sacerdoti dell’emergenza climatica perenne, secondo cui i mutamenti del clima siano dovuti all’attività antropica. “Gli effetti non sono così drammatici come ci fanno credere “, afferma il ricercatore.
“Il cambiamento climatico che abbiamo dovuto sperimentare negli ultimi 200 anni è un cambiamento climatico riscaldante, che, sia per noi che per la biosfera, gli animali e le piante, è qualcosa di molto positivo “.

Vinos, basandosi sul lavoro di numerosi scienziati del clima, sui dati degli indicatori climatici e sulle misurazioni satellitari, sostiene che i mutamenti che si stanno verificando nella quantità di calore trasportato stanno causando un cambiamento climatico naturale. “Le differenze nel trasporto del calore determinano regimi climatici che durano decenni. Questi regimi cambiano bruscamente, come è successo nel 1997, quando si è verificato l’ultimo cambiamento che ha portato al riscaldamento dell’Artico.”

Quindi, secondo le tesi sostenute da Javier Vinos, il riscaldamento che ha interessato l’Artico negli ultimi decenni sarebbe in gran parte naturale, il che spiegherebbe perché, negli ultimi anni, l’estensione del ghiaccio marino nell’Artico non è diminuita nonostante l’aumento delle emissioni di CO2 prodotta dall’uomo.

Questa ipotesi del cambiamento climatico naturale, ribattezzata ‘ipotesi del Portero de invierno’, esposta dettagliatamente da Vinos nel suo ‘Solving the Climate Puzzle‘, ridimensiona radicalmente gli effetti dell’attività antropica sul pianeta. “Questa nuova ipotesi non nega che l’aumento di CO2 produca parte del riscaldamento, e infatti si basa anche sull’effetto serra”, chiarisce Vinos. “Ma dover fare spazio al cambiamento climatico naturale riduce l’importanza del cambiamento climatico causato dall’uomo”.

La nuova ipotesi sui mutamenti del clima evidenzia dunque come il Sole abbia giocato un ruolo fondamentale nel riscaldamento sperimentato nel corso del XX secolo, durante il quale si è verificato un prolungato aumento dell’attività solare.

Per quanto riguarda invece la tesi sostenuta con forza dall’IPCC, l’organismo scientifico che passa in rassegna e valuta le informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche prodotte a livello mondiale per la comprensione dei cambiamenti climatici, secondo cui tutto il riscaldamento prodotto dal 1850 è il risultato dell’attività umana, lo scienziato spagnolo sottolinea: “Sappiamo, perché gli indicatori climatici e i ghiacciai lo indicano, che il mondo si è riscaldato a un ritmo rapido. Tra il 1820 e il 1945 si è verificata più della metà del riscaldamento che il pianeta ha subito, mentre è stato emesso meno del 10% della CO2 che l’umanità ha prodotto per via della rivoluzione industriale. È assurdo fingere, come fa l’IPCC, che non c’è stata una forte componente naturale nel riscaldamento globale. Le prove lo dimostrano. Non c’è motivo di pensare che questa componente abbia smesso di agire.”

Secondo Javier Vinos, quindi, il riscaldamento degli ultimi duecento anni ha una forte componente naturale, e le attuali convinzioni sul clima sono con ogni probabilità errate e prive di qualsivoglia fondamento scientifico: “La scienza non è una democrazia. L’unica cosa che costituisce la scienza sono le prove, e la scienza avanza basandosi sulla distruzione della teoria precedente. E la teoria che abbiamo oggi è molto probabilmente sbagliata”.

Salvatore Di Bartolo, 7 giugno 2024

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