Dal fumetto giapponese di Dragon ball ai romanzi di Fabio Volo, dai dischi di Sfera Ebbasta a quelli di Fabri Fibra: è questa la classifica dei libri e dei dischi più comprati dagli studenti italiani che hanno usufruito del “bonus cultura” di 500 euro introdotto dal governo Renzi nel 2016 e che sembra sarà approvato nel prossimo Bilancio 2019. I 500 euro donati ai neo-diciottenni – da spendere in libri, dischi, teatro e cinema – secondo la classifica stilata oggi da Amazon vede trionfare il disimpegno più assoluto con il paradosso che al primo posto trionfa L’interpretazione dei sogni di Freud: evidentemente pur a livello inconscio i neo-diciottenni devono aver compreso che leggere Leopardi non direttamente attraverso le sue poesie ma attraverso il libro di Alessandro D’Avenia Come Leopardi può salvarti la vita (nella top ten) più che un sogno è un incubo.
Se a scuola ti costringono a studiare il poeta di Recanati non sui suoi versi ma attraverso l’interpretazione dell’interpretazione della analisi di interpretazione degli studiosi, in piena libertà si predilige conoscere Leopardi sempre attraverso un tramite: in questo caso lo scrittore e maestro Alessandro D’Avenia. Certo sempre meglio che leggere il manga di Dragon ball Super 3, al settimo posto, o imparare a memoria le canzoni di Sferaebbasta che domina la classifica dei dischi più venduti con ben due titoli in una top ten di trap e rap.
Il problema però è un altro: se a scuola già impongono di leggere scrittori e poeti non direttamente – chi ha mai davvero letto il Manzoni tra i banchi? – è a dir poco drammatico che fuori dalle aule scelgano di conoscerlo ancora una volta non attraverso la sua voce autentica. Che sia Leopardi o chiunque altro è il dramma di questa generazione post-it: una cultura da Bignami-D’Avenia, una ribellione attraverso le canzoni dei rapper più ignoranti, una formazione che non passa attraverso la conoscenza diretta ma ha bisogno e chiede sempre una intermediazione. Ed è questo il vero dramma: perché è attraverso l’interpretazione che può insinuarsi un nuovo “Grande Fratello” alla George Orwell (al terzo posto dei più venduti). Come ci ricorda lo scrittore inglese “Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il tuo passato”.
E di controllori ne abbiamo già avuti abbastanza nella storia, ma qui il vero problema è che il nemico non ti si presenta con stivaloni e leggi razziali evidenti, ma attraverso un sorriso sulle labbra, riducendo tutta la politica ad un balbettio infantile a tempo di tweet e ogni argomento serio a vaudeville.
Gian Paolo Serino, 19 febbraio 2018