Eccoci qui, siamo al solito ritornello. Dopo le inchieste di Fanpage, gli insulti di Lilli Gruber a Michetti, il perpetuo ritorno del fascismo in stile Forza Nuova, non poteva che mancare lui. L’intramontabile Gad. Pronto a paragonare, dal salotto comodissimo di La7, Giorgia Meloni nientepopodimeno che al Duce Benito Mussolini. Mento alto, testa rasata, camicia nera e via. Il fantomatico paragone è cosa fatta.
Per Lerner bisognerebbe parlare di “questa nuova destra” della Meloni. E lui per farlo sfoglia il libro pubblicato dalla leader di Fratelli d’Italia, considerato evidentemente alla stregua di un manuale del rigurgito fascista. Ecco il passo incriminato: secondo Meloni “il bipolarismo dei prossimi anni in Italia vedrà da una parte il Pd, partito collaborazionista delle ingerenze straniere, e dall’altra Fdi, il movimento dei patrioti”. Capite che orrore? Nonostante gli ospiti in studio gli facciano notare che in quelle parole non sembrano esserci alcune “nazistate”, Gad tira dritto come se nulla fosse. Quello di definire i dem il “braccio politico delle grandi multinazionali” per Lerner sarebbe “lo schema antichissimo di chi inneggia alla libertà, come faceva anche il tumultuoso Mussolini prima del ’22, per affermare che lei rappresenta il popolo sovrano e gli avversari sono subdoli strumenti del grande burattinaio straniero che ci vuole opprimere”. Insomma: Giorgia come Benito. Fdi come il Pnf. Basta solo immaginarsi Lollobrigida nei panni di Galeazzo Ciano ed ecco che la commediola raccontata dal giornalista si mostra per quel che è: una farloccata.