Vaccinare i bambini: giusto o sbagliato?
Più o meno dello stesso avviso anche David Matthews, professore di virologia alla School of Cellular and Molecular Medicine di Bristol. Il suo giudizio è sibillino: probabilmente, ha spiegato, “questo virus non è un killer”. Il motivo? “Non uccide i bambini. E diventerà un comune raffreddore”. Qui il ragionamento coinvolge anche il dibattito che in queste ore si sta sviluppando a livello globale. Pfizer ha già annunciato di aver realizzato degli studi secondo cui il vaccino a mRna sarebbe sicuro ed efficace anche sotto i 12 anni. L’Ema, l’Agenzia di regolazione europea, però ha fatto sapere di non aver ricevuto il faldone di dati. Decisioni sono attese per le prossime settimane, anche se i camici bianchi non sembrano trovare un’unica linea pensiero.
Alcuni vaccinerebbero anche i pargoli, benché non sviluppino di fatto alcuna controindicazione dall’infezione. Altri invece sono restii. Il professor Chris Whitty, chief medical officer per l’Inghilterra, ha spiegato ai deputati inglesi come sia “inevitabile” che i bambini incontreranno il virus, invitando a vaccinarli per “ridurre questo rischio”. Della stessa idea anche Neil Ferguson, l’epidemiologo dell’Imperial College di Londra che fece cambiare idea sul virus a Johnson. Per Mattherws, invece, “i bambini nati oggi probabilmente” si infetteranno, “batteranno” il virus e quando saranno adulti potranno raccontare ai loro nipoti di aver vinto il virus “dozzine di volte”. “Non credo che avremo molti bambini nelle unità di terapia intensiva – ha aggiunto Sir John – E la probabilità di una malattia grave è abbastanza piccola”. Insomma: “Non c’è motivo per farsi prendere dal panico”.