L’Ucraina sta affrontando una fase particolarmente difficile della guerra contro la Russia. Con la leadership traballante, Volodymyr Zelensky ha ammesso le criticità incontrate dal suo esercito e il 2024 si prospetta duro e ricco di insidie. Un possibile assist potrebbe arrivare direttamente dall’Estonia: secondo quanto riportato dal Guardian, gli uomini ucraini in età da combattimento nel Paese potrebbero essere estradati nel loro Paese d’origine per costringerli a unirsi alla guerra contro la Russia.
“Se l’Ucraina ne ha bisogno, l’Estonia può cercare questa persona ed estradarla in Ucraina. In generale, sappiamo dove sono queste persone e cosa fanno. La maggior parte va a lavorare e ha la residenza in Estonia”, le parole del ministro degli Interni Lauri Läänemets intervenuto ai microfoni di Err. L’emittente ha precisato che al momento Kiev non ha presentato alcuna richiesta formale per quanto concerne l’estradizione dei cittadini obbligati al servizio militare, ma Tallinn in precedenza ha offerto a Kiev informazioni sui rifugiati dall’Ucraina.
Per quanto concerne i numeri, l’Estonia ospita circa 7 mila e 500 ucraini in età da combattimento. La normativa del Paese prevede che i cittadini stranieri possano essere estradati nei loro Paesi d’origine solo in caso di procedimento penale. Non si tratta di un tema nuovo. Prima dell’intervento di Läänemets, il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov aveva detto che gli ucraini di età compresa tra i 25 ei 60 anni in Germania e in altri Paesi sono stati “invitati” a presentarsi ai centri di leva.
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Attualmente non esiste alcun accordo legale tra i due paesi per imporre la coscrizione obbligatoria. Ma il discorso che coinvolge l’Estonia è l’ennesimo sintomo delle difficoltà incontrate da Kiev, con l’esercito ucraino al lavoro ormai da mesi per trovare nuove reclute da arruolare contro le forze russe. Gli ucraini che si sono uniti ai combattimenti all’inizio del febbraio 2022 sono esausti, mentre i volontari sono sempre più rari. Lo stesso Zelensky ad inizio dicembre aveva invocato una revisione del sistema di reclutamento, parlando anche delle possibili modifiche in fase di “selezione”: confermato il no alla mobilitazione delle donne, ma un’apertura all’abbassamento dell’età di leva per gli uomini da 27 a 25 anni.