Politica

L'accordo tra Pd, Verdi e Si

Letta ammette: l’ammucchiata non serve a governare

Chiuso il mercato delle vacche: voti Calenda, eleggi Fratoianni. Ma “non è per governare”

Politica

Quando accuseranno il centrodestra di pensare solo alle poltrone, quando rinomineranno “l’agenda Draghi”, quando predicheranno “l’interesse del Paese”, ecco: voi ricordategli questa calda prima settimana di agosto. Di come, anziché ragionare sui programmi per l’Italia che verrà, a sinistra si sono scannati per giorni, prima Calenda contro Letta, poi Letta con Calenda, Carletto contro Fratoianni e infine Fratoianni con Calenda. Tutti contro tutti, tutti insieme a tutti. Il mercato delle vacche è finito: gli elettori moderati ora sanno che se votano Azione finiranno col dare un posticino a Sinistra Italia.

Dopo una giornata di tensioni, l’accordo è stato stipulato nel pomeriggio. Si tratta di un patto elettorale che riguarda i collegi uninominali: Pd, Alleanza Verdi Europei e Sinistra Italiana presenteranno “candidati unitari” agli elettori, ma senza stipulare un vero programma comune a parte vaghi principi che li accomunano, dall’ambiente al salario minimo. Alla fine della fiera, comunque, ognuno correrà per sé. I dem sostenitori del governo Draghi e gli altri feroci oppositori. Dal punto di vista pratico, al Pd andrà l’80% dei collegi e a Si e Verdi il 20%. Lo stesso dicasi per gli spazi televisivi. L’unico collante di tutta la manovra? Opporsi al centrodestra ed evitare che “il prossimo parlamento” possa essere “dominato dalle destre”.

Si va formando dunque la più classica delle ammucchiate elettorali, con dentro tutto e il contrario di tutto. Talmente concentrato a conquistare solo poltrone senza una prospettiva che Enrico Letta, in conferenza stampa lo ammette candidamente: “Non sto parlando di un accordo di governo”. Siamo seri?

Dunque non si mettono insieme per dare un governo al Paese. Ma solo “contro” qualcuno. In alcuni collegi a favore del carbone, in altri per le rinnovabili. Da una parte a sostegno dell’Ucraina, nell’altra si strizza l’occhio alla Russia. Chissà cosa ne pensa il “liberale” Calenda dell’idea che alcuni dei suoi voti all’uninominale possano finire ad eleggere Fratoianni e le sue idee contro il rigassificatore di Piombino o nettamente contrarie all’agenda Draghi. Stamattina il leader di Azione era stato chiaro: “Si vince con una proposta credibile di governo”, non dunque con un pattarello spartirorio, e “si perde se si aggiunge un patto contraddittorio rispetto al primo con gente che ha sfiduciato Draghi”, esattamente quanto successo con Si e Verdi. Che farà adesso?