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Letta snobba le partite Iva: meglio Camps e i clandestini

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Da quando è diventato segretario del Pd, Enrico Letta sembra essere più concentrato sul tema dei migranti invece che risolvere i problemi di milioni di italiani stremati da mesi di lockdown e nel mezzo di una crisi socio economica senza precedenti.

Prima la proposta per introdurre lo Ius soli, ora l’incontro con Oscar Camps, fondatore di Open Arms con tanto di foto ricordo indossando la felpa di Open Arms. Anzitutto prendiamo atto che indossare le felpe non è più un gesto populista ma diventa glamour e chic se si indossa la felpa giusta, in secondo luogo ci interroghiamo sull’opportunità di un incontro del genere. Colpisce la tempistica visto che sabato Salvini verrà processato proprio per uno degli sbarchi realizzati dagli spagnoli di Open Arms. Non sarebbe stato più logico incontrare i rappresentanti delle categorie colpite dalla crisi per offrire soluzioni da parte di uno dei principali partiti della maggioranza?

Evidentemente per Letta non è questa la priorità anche a giudicare dal testo del tweet con cui ha accompagnato la foto ricordo: “È venuto a trovarmi Oscar Camps, il fondatore di Openarms_fund. Bello scambio di idee. Tante preoccupazioni, e anche qualche elemento di speranza”. La stessa speranza che manca a ristoratori, commercianti, partite iva in attesa di risposte da parte di un Pd sempre più lontano dalle esigenze degli italiani.

Ma c’è un ulteriore elemento che rende il suo incontro luogo; mentre il segretario dem accoglie con tutti gli onori i rappresentanti di Open Arms, assistiamo a un aumento degli sbarchi rispetto al 2020 del 200%. Secondo i dati del Viminale al 31 marzo i migranti arrivati irregolarmente nel nostro Paese sono stati 6.997, nello stesso periodo del 2020 erano 2.794. Già nella prima settimana di aprile si è sfiorata la cifra record di 1000 sbarchi, invece l’anno passato sono arrivati 671 migranti in tutto il mese.

Ma i paradossi non finiscono qui. Mentre ogni mese arrivano sulle coste italiane migliaia di immigrati irregolari con problemi non solo di ordine pubblico ma anche sanitario, i cittadini italiani che vorranno recarsi questa estate in vacanza a Lampedusa, se venisse accolta la proposta del sindaco Salvatore Martello, dovrebbero presentare il passaporto vaccinale.
Intervistato da Repubblica su questa possibilità ha risposto: “Viaggiando molto mi rendo conto che l’unica possibilità è un passaporto vaccinale che consenta a chi ha fatto le due dosi di prendere aerei e navi”.

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